Una raffica di novità, sotto forma di emendamenti, per il decreto anticrisi all’esame della commissione Bilancio della Camera. C’è il salva-Malpensa (ne parliamo diffusamente a pagina 21), teso ad ampliare la platea dei vettori che opereranno dallo scalo milanese; e quelli che potrebbero introdurre una tassa di 50 euro per il permesso di soggiorno e la fidejussione di 10mila euro per l’apertura di una partita Iva da parte di un immigrato. Ma non mancano misure sociali, come il sostegno al reddito dei commercianti e di chi opera nel settore turistico: gli esercenti potranno andare a riposo fino a tre anni prima, e per questi tre anni avranno un «anticipo» di pensione di 516 euro al mese, purché abbassino definitivamente le saracinesche.
Novità anche sulla cassa integrazione per precari e atipici: il diritto a percepire il sostegno sarà subordinato alla dichiarazione, da parte del lavoratore, di «immediata disponibilità al lavoro o a un percorso di riqualificazione professionale». In caso contrario, il diritto decade. Parte delle risorse per la cig ai precari saranno fornite dalle Regioni, in aggiunta a quelle statali: sarà la composizione del finanziamento a mutare, spiega il ministro Sacconi e non la dimensione del sussidio. Aumentano anche a 350 milioni (100 in più) le risorse per gli assegni familiari; e slitta al 28 febbraio il limite per presentare la domanda per il bonus famiglie. Un altro emendamento - firmato come i precedenti dai relatori Massimo Corsaro e Maurizio Bernardo - stabilisce un giro di vite sulla commissione di massimo scoperto applicata dalle banche. I notai che firmano le pratiche di portabilità dei mutui non avranno diritto a onorario, ma solo al rimborso spese. E ancora: il bonus energia sarà spalmato su 5 anni, e la remunerazione degli agenti di riscossione dei tributi scende al 9%. Le votazioni in commissione vanno avanti anche in sessione notturna, e il decreto arriverà lunedì nell’aula della Camera per il voto.
Conti in rosso, niente penali per chi sfora meno di un mese Novità importanti in arrivo per i clienti delle banche ai quali viene addebitata la cosiddetta «commissione di massimo scoperto». Un emendamento al decreto anticrisi, presentato dai relatori, stabilisce che saranno prive di valore tutte le clausole contrattuali di massimo scoperto, se il conto corrente sarà «in rosso» in maniera continuativa per meno di un mese, oppure nel caso in cui il cliente non abbia utilizzato il fido. Diventeranno nulle anche le clausole contrattuali che prevedono una remunerazione per la banca, indipendentemente dall’effettivo utilizzo del fido da parte del cliente. Si tratta di risparmi notevoli per i clienti degli istituti di credito. Tutte queste novità si applicheranno immediatamente, una volta approvato il decreto, per i nuovi contratti. Invece, per quelli già in essere, le banche avranno 150 giorni di tempo utile, dal momento della conversione del decreto, per adeguarsi alla nuova normativa. È da tempo che la questione della «commissione di «massimo scoperto» è dibattuta fra le banche, la Banca d’Italia e il ministero dell’Economia. Le banche erano state invitate a modificare autonomamente questo tipo di clausole.
Retroattivo lo sconto Irpef sulle opere salva energia
Un emendamento dei relatori Maurizio Bernardo e Massimo Corsaro al decreto anticrisi ha eliminato la retroattività che metteva a rischio il godimento dello sconto fiscale sull’Irpef sul 55% delle spese effettuate per le ristrutturazioni. Viene infatti previsto che, per i costi sostenuti a partire dal primo gennaio 2009 la detrazione sia ripartita in cinque rate annuali. In questo modo si cambia l’impostazione del decreto che fissava un tetto massimo agli sconti: 185 milioni di euro nel 2009 per il 2010 e 314 nel 2010 per il 2011. Ora la detrazione è disponibile per tutti i richiedenti, ma ripartita in cinque rate annuali anziché in tre.
L’emendamento ha messo d’accordo maggioranza è opposizione. «È molto importante che sia stata confermata la norma sulle detrazioni Irpef del 55% sulle spese sostenute per le ristrutturazioni volte al risparmio energetico perché consente risparmi ai cittadini e dà opportunità di lavoro alle imprese», ha dichiarato il capogruppo del Pd in commissione Ambiente, Raffaella Mariani secondo cui i democratici possono dirsi «soddisfatti del risultato ottenuto».
Precari, rifutare un lavoro fa perdere la cassa integrazione
La cassa integrazione «in deroga», cioè gli ammortizzatori per i lavoratori atipici, potrà prevedere contributi differenziati a livello regionale. Anche se la dimensione del sussidio al lavoratore, spiega il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, alla fine non cambia: cambia solo la composizione del finanziamento, diviso fra Stato e Regioni. Inoltre, il diritto a percepire qualsiasi trattamento di integrazione al reddito attraverso ammortizzatori sociali «è subordinato alla dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, o a un percorso di riqualificazione professionale». In caso di rifiuto da parte del lavoratore a sottoscrivere l’impegno, l’emendamento presentato dai relatori al decreto anticrisi stabilisce che l’interessato «perde il diritto a qualsiasi erogazione di carattere retributivo e previdenziale, fatti salvi i diritti già maturati». La cassa differenziata fra Regioni, bocciata dalla Cgil, viene accolta bene dalla Cisl. «Se il contributo delle Regioni significa un aumento delle risorse per ampliare la platea dei lavoratori interessati, va bene», aggiunge Giorgio Santini (Cisl). Arriva inoltre la stabilizzazione per 430 operatori precari della Croce Rossa.
Un sostegno al reddito per chi lascia in anticipo
Scatta un sostegno al reddito anche per chi lavora nel commercio e nel turismo: i titolari di negozi e attività turistiche potranno chiudere la saracinesca e andare in pensione fino a tre anni prima rispetto ai loro requisiti di età e contribuzione. Il sostegno al reddito che lo Stato corrisponderà per i tre anni è di 516 euro al mese, l’equivalente di una pensione minima. Il provvedimento definito a suo tempo come la «rottamazione dei negozi», era stato più volte in vigore in passato, e ora viene ripristinato attraverso un emendamento al decreto anticrisi. L’età per ottenere il sostegno al reddito è di 62 anni per gli uomini e di 57 anni per le donne. «Appare indispensabile - si legge nella relazione all’emendamento presentato dai relatori - ripristinare l’accesso di tali soggetti agli indennizzi per le aziende commerciali in crisi, già operanti fino al 31 gennaio 2008». Per fruire dell’indennità, gli interessati devono cessare definitivamente l’attività commerciale, riconsegnare la licenza, cancellarsi dal registro degli esercenti il commercio e dal registro delle imprese presso la Camera di commercio
Bonus garantirà crediti alle famiglie
Sono in arrivo 13 milioni di euro in più per il fondo destinato a garantire il credito alle famiglie con nuovi nati, ma anche alle famiglie con bimbi adottati che siano portatori di malattie rare. Lo prevede un emendamento della parlamentare del Pdl Laura Ravetto, che ha ottenuto il parere favorevole dei relatori. Il provvedimento istituisce un fondo di credito per i bebè, finalizzato al rilascio di garanzie dirette alle banche e agli altri intermediari. La dotazione del fondo passerà, una volta approvato l’emendamento al decreto anticrisi, da 25 milioni a 38 milioni di euro per il triennio 2009-2010-2011.
I prepensionamenti a carico dello Stato
Sarà lo Stato, a partire da quest’anno, ad accollarsi l’onere dei prepensionamenti dei giornalisti, finora a carico esclusivo dell’istituto previdenziale autonomo del settore (Inpgi). Lo prevede un emendamento al decreto anticrisi presentato da Rocco Girlanda (Pdl) al quale il governo e i relatori hanno dato parere positivo.
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