Politica

«Pace fatta. Ma avanti col partito del Sud»

Onorevole Gianfranco Miccichè, sottosegretario e leader dei «ribelli» meridionali del Pdl che hanno minacciato la scissione per creare il partito del Sud, è pace fatta finalmente?
«Ma certo, del resto il nostro obiettivo non è mai stato quello di staccarci dal Pdl. La nostra azione è riuscita a svegliare le coscienze sul Mezzogiorno».
Dunque il partito del Sud è accantonato?
«Ho sempre detto che il partito del Sud non era l’obiettivo ma uno strumento, e oggi il vero obiettivo, mettere in primo piano i problemi del Sud, lo stiamo raggiungendo col governo Berlusconi. Comunque, l’idea del partito del Sud non è affatto accantonata».
Come prego?
«Dico che continuerò a parlare di partito del Sud perché è importante. Si è creato un vero e proprio movimento culturale generalizzato che va coltivato e che io non abbandonerò: c’è nel Pdl, e anche all’esterno».
Ma Berlusconi ha bocciato categoricamente l’ipotesi...
«Berlusconi ha capito che per evitare situazioni qual era quella che si era creata era necessario regolarsi in maniera diversa e ha agito di conseguenza. Ma se fosse stata l’unica soluzione per il Sud, Berlusconi non lo avrebbe bocciato».
Come pensa di portare avanti questa idea del partito del Sud?
«Continuerò a parlarne e ad utilizzare il mio simbolo, Sud. Penso a una seria e importante Fondazione, ho avuto manifestazioni di interesse enorme da tutte le parti del Sud, e questo patrimonio non va disperso. Del resto, quando parlo di partito del Sud intendo complessivamente il Sud con i suoi problemi, non la Sicilia che è una singola regione».
Cosa sarà questo partito del Sud?
«Si potrebbe definire una corrente, ma non nel senso di ghettizzazione, di contrapposizione ad altri. Diciamo un gruppo che aderisce a una corrente di pensiero».
Non pensa che il premier potrebbe non gradire?
«Ho trovato in Berlusconi un interesse reale per i problemi che gli ho sottoposto. Mi ha chiesto di andarlo a trovare durante le vacanze e io sto cominciando da subito gli incontri per raccogliere idee, proposte».
Un partito del Sud comunque ci sarà. Il governatore della Sicilia Lombardo ha detto che il suo si presenterà già alle prossime Regionali...
«È un discorso che riguarda soltanto lui».
Ma in fondo parlate della stessa cosa...
«Sì, ma la posizione è diversa. Lombardo è già un partito, e che abbia voglia di continuare a costruire spostando l’attenzione dall’autonomia al Sud, che è un tema molto più sentito e attuale... Se Lombardo mi chiedesse un consiglio gli suggerirei di andare avanti senza indugi».
Un partito del Sud non rischia di danneggiare il Pdl?
«Se il Pdl lavora per il Sud no».
Pace fatta anche col ministro Tremonti?
«Finalmente abbiamo avuto una buona giornata con Tremonti. Ci siamo guardati in cagnesco per troppo tempo. Gli ho spiegato che non volevo offenderlo quando dicevo che è un ministro leghista ma solo sollecitare il suo spirito nazionalista. Le mie critiche servivano a spronarlo, ho sempre considerato Tremonti una persona straordinariamente intelligente».
Che ruolo avrà nel piano per il Sud? Farà il ministro?
«No, l’ho ribadito anche all’inizio della cena con Berlusconi. Io sono già stato ministro, se mi si chiede di rifarlo sarò felice ma l’argomento non è in agenda».
Chiuso il capitolo fondi Fas si calmano le acque anche nel Pdl siciliano?
«No, per niente. È stato risolto solo uno dei due problemi, quello della gestione del partito va ancora affrontato. In Sicilia il Pdl non ha una gestione. In questo momento la Sicilia ha una corrente che gestisce, fanno le riunioni senza neanche invitarci».
Sta chiedendo di cambiare i coordinatori regionali, Giuseppe Castiglione e Domenico Nania?
«Il vertice del partito non va cambiato, va fatto, non c’è».
Ha già discusso questo problema con Berlusconi?
«Sì, certo. Ho avuto le più grandi rassicurazioni che si risolverà al più presto, anche perché è evidente che se noi in un’elezione scendiamo dal 50 al 30 per cento un problema c’è. È come in un condominio: se il capocondomino gestisce solo alcuni appartamenti e non altri, alla fine si arriva alla rottura. E questo è quello che è accaduto in Sicilia. In verità neanche il vertice nazionale del Pdl ha aiutato alla soluzione.

Ma il presidente mi ha assicurato che anche questo problema sarà risolto».

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