La timidezza, almeno sul palco, è stata superata. Gino De Crescenzo, in arte Pacifico, torna a esibirsi nella capitale. E lo fa con uno spettacolo che sembra adatto a una personalità affatto distante dalla sua. Il concerto, in programma domani allauditorium Parco della Musica (Teatro Studio, ore 21), prevede infatti alcuni monologhi («dichiaratamente autobiografici») come intervallo della parte musicale. «Da tempo cerco di avvicinarmi di più alle persone e, in definitiva, al mio pubblico» spiega Pacifico, che lipotesi delle grandi platee e di un uditorio «da stadio» non la prende nemmeno in considerazione. «Mi basta già il successo che ottengono alla radio brani come Tu che sei parte di me. Non ho il passo per i palasport».
Un basso profilo, quello di Pacifico, che sul versante musicale si traduce in una canzone dautore mai banale e sempre giocata sul filo dellironia e della malinconia. Con scatti di forte impatto emotivo però. Come nel brano sopra citato, che viene impreziosito nella versione discografica dal contributo «pesante» di Gianna Nannini. La canzone fa parte dellultimo cd Dentro ogni casa, pubblicato dalletichetta Sugar di Caterina Caselli. Ed è già uno dei tormentoni di questa stagione radiofonica. Il cantautore milanese, però, ha già assimilato per tempo lantidoto alla febbre da successo. «Preferisco ritagliarmi un ruolo da gregario - spiega -. In fondo per tanti anni ho messo la mia creatività a disposizione di altri interpreti».
Dopo la «svolta» teatrale, lultima ambizione da assecondare una colonna sonora: «Sono un consumatore avido di cinema. E il mio carattere da gregario ben si adatterebbe alle ubbìe di un regista».
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