Paco de Lucia, il flamenco è servito

Stagione di grandi chitarristi a Milano e dintorni. Nel mese di luglio i virtuosi delle sei corde sembrano essersi dati appuntamento in città, per la felicità degli appassionati. Ce n'è per tutti i generi: se ieri nella cornice dell'Arena Civica, sul palco del Milano Jazzin' Festival, la scena è stata tutta per il virtuoso del finger picking, nonché ex leader dei Dire Straits Mark Knopfler, questa sera al Festival di Villa Arconati a Castellazzo di Bollate è la volta di Paco de Lucia (ore 21.30, ingresso 60-50-40 euro più prevendita, info 800.474747), al secolo Francisco Sànchez Gòmez, uno dei più grandi chitarristi di flamenco, artista da sempre attratto dalle commistioni musicali, in un mix di sonorità andaluse e arabe, perfettamente coerenti con la storia del proprio Paese. A completare il «festival nel festival» della chitarra a Milano, grande attesa c'è anche per il bluesman irlandese (del Nord, è di Belfast) Gary Moore, sempre nella cornice del Milano Jazzin' Festival. Ma se Knopfler e Moore hanno fatto della chitarra elettrica la leva personale per sollevare l'universo della musica, l'andaluso Paco de Lucia affida da sempre il proprio talento alla chitarra classica e acustica. La prima volta che il chitarrista spagnolo imbracciò lo strumento fu infatti all'età di cinque anni, e la leggenda dice che fu amore a prima vista (o meglio, a primo tocco), tanto che a soli undici anni il chitarrista di Algeciras abbandonò la scuola per dedicarsi esclusivamente alla musica, allo studio tecnico di altri artisti come Miguel Borrull, Mario Escudero e Sabicas, misurandosi per la prima volta in pubblico. A soli vent'anni, nel cuore degli anni ’60, de Lucia incide il suo primo album da solista, La fabulosa guitarra de Paco de Lucia, e comincia il suo peregrinare per la Spagna prima e l'Europa poi, conquistando - primo musicista di flamenco nella storia del proprio paese - il palcoscenico dell'austero e istituzionale Teatro Real di Madrid. Solo nel 1998, de Lucia si cimenta con il canto, nell'album Luzia, dedicato alla madre. Ma a quel punto, il chitarrista andaluso è già una star: negli ultimi anni sono fioccati anche i riconoscimenti simbolici, come il Premio Principe de Asturias nell'Arte o le lauree honoris causa delle università di Cadice e dell'americana Boston per il suo contributo musicale e culturale. Già dal finire degli anni’60, infatti, Paco de Lucia ha dato vita a numerose collaborazioni con artisti di ogni nazionalità, sempre fedele al principio delle commistioni di generi musicali: e così, il chitarrista di Algeciras ha incrociato gli strumenti con grandi nomi come John McLaughlin e Al Di Meola, con i quali ha inciso un album, Friday Night in San Francisco, ancora oggi nelle classifiche delle vendite, con oltre cinque milioni di copie vendute.

Nello spettacolo atteso a Villa Arconati, Paco de Lucia sarà accompagnato da due cantanti e un ballerino, un modo per ribadire come il flamenco non sia solo musica ma una tradizione che ha permeato la cultura spagnola, facendosi modo di pensare.

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