nostro inviato a Rimini
Fischi dalla platea di Cl e smentite a ripetizione da ministri e colleghi di coalizione. Paola Binetti, senatrice della Margherita e da sempre in prima fila nella difesa delle ragioni e dei valori cattolici, se lera immaginata diversamente la sua lunga giornata al Meeting di Rimini. Che si è invece aperta allinsegna delle contestazioni, alcune pure rumorose, e si è chiusa in serata con un vero e proprio fuoco di fila della sinistra radicale e non solo.
Sul tavolo la questione dei Pacs, una «mutazione genetica» della famiglia recita il titolo del confronto tra la Binetti e Luca Volontè, capogruppo dellUdc alla Camera. Che più che un confronto è un incontro, visto che i due «amici» sono daccordo su tutto al punto che in conferenza stampa è un complimentarsi continuo. Un punto a favore di Franco Grillini, deputato dellUlivo e presidente onorario di Arcigay che ieri - dopo aver scartato lipotesi di un blitz a sorpresa al Meeting («avrei fatto una pannellata») - ha preso carta e penna e inviato una lettera aperta a Cl. «Sarebbe stato utile - è il suo ragionamento - che, tenuto conto della retorica del dialogo che impazza in questi giorni, almeno qualche firmatario della legge in questione fosse invitato a discuterne». Argomentazione, però, che lufficio stampa del Meeting respinge: «Non abbiamo ricevuto nessuna lettera. E comunque il dialogo non è cedere alle ragioni dellonorevole Grillini».
Le «ragioni», dunque, sono quelle della Binetti e di Volontè. Con la prima che assicura che «per lattuale governo i Pacs non sono allordine del giorno». Di più: «Non cerano nel programma e non si faranno, nonostante le affermazioni rese a titolo assolutamente personale da parte di alcuni ministri e esponenti della maggioranza». In verità, tornando a sfogliare le 281 pagine del programma «Per il bene dellItalia» ci si imbatte ancor oggi in quelle otto righe che tanto fecero discutere il centrosinistra prima del voto. La Binetti, però, non pare curarsene e invita lUnione a «spiegare al Paese perché non si faranno». «Il mondo cattolico - dice ancora - dovrebbe esprimere con più incisività i propri valori». Parole che non catturano la platea se, appena concluso il suo intervento, cè chi gli urla «Giuda» e «venduta» contestando la sua scelta di candidarsi con la Margherita. «Sono assolutamente convinta di aver fatto la cosa giusta», replica la senatrice dielle. Che attacca: «Vada per i fischi, ma ditemi che cosa ha fatto per la famiglia il governo precedente». Con Volontè lintesa è perfetta. Dire «sì» ai Pacs, spiega lesponente dellUdc, equivarrebbe a «una forma di eutanasia della famiglia sul piano culturale».
Finiti i fischi del Meeting, la Binetti deve incassare pure gli strali del centrosinistra. Tutti molto eloquenti. Dal ministro dellAmbiente e leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio («si rassegni, faremo la legge sulle coppie di fatto»), al segretario dei Radicali Daniele Capezzone («a settembre partirà la battaglia per calendarizzare in Parlamento le proposte di legge in materia»). Sulla stessa linea il Pdci e Rifondazione. Con il capogruppo al Senato Giovanni Russo Spena che entra nel merito: «I Pacs, in quanto contratto giuridico definito, non rientrano nel programma. Ma cè scritto che vanno riconosciuti i diritti di tutte le coppie eterosessuali, omosessuali e di fatto. Questo va realizzato in tutte le sue parti».
In difesa della Binetti nellUnione si alza solo la voce dellUdeur («i Pacs non saranno fatti», dice il capogruppo alla Camera Mauro Fabris), mentre Forza Italia invita a difendere «il patrimonio della famiglia». «I cattolici del centrosinistra - spiega il coordinatore di azzurro Sandro Bondi - fanno sempre più fatica a riconoscersi nel governo Prodi». Stessa riflessione fa Maurizio Lupi.
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