Pacs, il governo trova l'intesa Mastella diserta il Consiglio

Dopo un lungo braccio di ferro nella maggioranza, trovato l'accordo in Consiglio dei ministri. La coppia non sarà registrata all'anagrafe, ogni persona dichiarerà il proprio stato di convivenza. Diritti di successione dopo 9 anni. La reversibilità della pensione rinviata alla riforma del sistema previdenziale. Mastella: "Resto contrario". La delusione di Luxuria: "Accordo al ribasso". La Cdl: "Grave attacco alla famiglia"

Pacs, il governo trova l'intesa 
Mastella diserta il Consiglio

Roma – La sinistra ha discusso a lungo sul delicato tema delle unioni civili. Alla fine l'intesa è stata trovata, e in serata il Consiglio dei ministri ha approvato all'unanimità il provvedimento. Ma il
ministro della Giustizia, Clemente Mastella, non ha partecipa alla riunione. In mattinata il Guardasigilli aveva ribadito il suo "no" al provvedimento. Il conto alla rovescia per la "svolta decisiva" era scattato il 31 gennaio scorso, quando la Camera aveva approvato una mozione che impegnava l’esecutivo a varare un disegno di legge sulle coppie di fatto entro il 15 febbraio. Romano Prodi in prima persona ha gestito oggi la vicenda per riuscire a chiudere sui Pacs prima della sua missione di una settimana in India. Questa mattina ha convocato i ministri in un vertice a Palazzo Chigi. Oltre a Rosy Bindi e Barbara Pollastrini, che hanno lavorato al testo, c'erano anche il responsabile dell'Interno, Giuliano Amato, il ministro della Giustizia Clemente Mastella e il vicepremier Francesco Rutelli.

La coppia non sarà registrata all'anagrafe Non c'è più la dichiarazione congiunta delle coppie di fatto di fronte all'anagrafe nel ddl governativo che verrà affrontato a breve dal Consiglio dei ministri. La dichiarazione congiunta è stata sostituita con una dichiarazione contestuale dei conviventi: insomma, non verranno registrati all'anagrafe come coppia, ma ciascuno farà una dichiarazione di convivenza per certificare il suo stato. Questa modifica riguarda il discusso art. 1, sul quale si erano concentrate le critiche dei teodem. Il titolo del ddl Bindi-Pollastrini è "Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi". Nell'art. 1 che è stato modificato si dice, appunto, che i conviventi possono fare una dichiarazione contestuale e nel caso in cui non sia "resa contestualmente da entrambi i conviventi, il convivente che l'ha resa ha l'onere di darne comunicazione mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento all'altro convivente".

Diritti di successione dopo 9 anni Dovranno passare almeno 9 anni di convivenza per ottenere diritti di successione e 3 anni per subentare nell'affitto della casa. Non ci sono più termini temporali invece per quanto riguarda la reversibilità della pensione: il testo prevede che la decisione sulla reversibilità sarà stabilita quando verrà effettuata la riforma del sistema previdenziale.

"Nulla cambia per minori e adozioni" Il disegno di legge sui diritti ed i doveri dei conviventi non modificherà in alcun modo le norme per figli e minori nè cambierà la legge sulle adozioni. «Il disegno di legge non riguarda i minori» afferma Giuliano Amato. «Il minore - afferma Rosy Bindi - è la parte debole da tutelare e deve crescere con un padre e con una madre».

Nuovi diritti Il provvedimento, spiega il ministro Barbara Pollastrini, si riferisce "nel primo articolo a uomini e donne conviventi, omosessuali e eterosessuali", riconoscendo "a persone maggiorenni, anche dello stesso sesso, diritti e doveri dopo un periodo di convivenza". Il disegno di legge contempla "assistenza per malattia e ricoveri, decisioni in materia di salute e in caso di morte, il permesso di soggiorno, l'assegnazione di alloggi edilizia pubblica, diritti nel contratto di successione e successione, agevolazioni e tutela in materia di lavoro, la tutela del convivente se il rapporto si interrompe dopo tre anni". Il testo, sottolinea il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, tutela anche i diritti tra parenti.

Il braccio di ferro politico Il ministro della Giustizia Clemente Mastella stamani aveva ribadito il proprio no ai Pacs: “La mia posizione è nota e resta inalterata – ha dichiarato il Guardasigilli -. Garantisco la mia collaborazione ma non ho cambiato idea. La mia posizione è no. Io non sono papista ma un cattolico laico democratico, con una linea che seguo da prima di altri, e quindi evangelicamente dico: il sì è sì e il no è no. E io dico no”.
Il segretario dei Ds Piero Fassino, da parte sua, ha gettato acqua sul fuoco. “L'atteggiamento laico è ascoltare le ragioni di tutti e poi sapere che lo Stato ha il dovere di garantire le scelte di vita di ogni cittadino, l'uguaglianza dei diritti, delle opportunità, ciascuno deve essere messo nelle condizioni di esercitare la propria libertà nella responsabilità”. Il segretario dei Ds ha ribadito quale deve essere, a suo modo di vedere, l’approccio giusto con il quale affrontare temi politici che investono l’etica e la morale. In merito alle aspre polemiche divampate in questi mesi sulle coppie di fatto, il segretario della Quercia si è detto per nulla “spaventato” dalle posizioni assunte dalla Chiesa. “Non mi spavento se la Cei e il suo presidente esprimono le loro opinioni in queste materie o altre gerarchie ecclesiastiche, fino, ovviamente, al Papa. D'altra parte, un po’ di buon senso dice che sarebbe assai curioso che su temi così delicati, di natura etica, culturale e anche religiosa, la Chiesa tacesse e non avesse un'opinione”.
E sin qui nulla di strano nelle parole di Fassino. Il problema sorge quando il leader dei Ds sottolinea che “la questione vera è avere chiara la distinzione netta tra quelle che sono le ragioni di una fede e le funzioni dello Stato, delle istituzioni, della politica”. Su questo punto sono sorti i problemi maggiori in seno alla maggioranza che, com’è noto, è profondamente divisa su chi voleva i Pacs e chi, invece, intendeva seguire la linea indicata dalla Chiesa.

Il fermo "no" della Chiesa "Quali sono le ragioni della contrarietà della Chiesa italiana ai Pacs?". A questa domanda la Radio Vaticana risponde oggi con un ampia pagina sul suo sito web e altrettanto spazio nel Gr internazionale trasmesso alle 14, riportando le dichiarazioni del segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana: "La famiglia - ricorda il prelato - ha un ruolo che è unico nella società: ha il ruolo di essere l'ambiente nel quale la persona viene al mondo, muove i primi passi, impara la comunicazione, impara a stare in maniera matura nella società. Invece, le unioni di fatto non si ritengono per niente vincolate da un patto sociale; si ritengono esclusivamente un fatto privato".

La delusione di Luxuria È profondamente irritata Vladimir Luxuria per l'accordo raggiunto sul ddl governativo sulle coppie di fatto. "Hanno fatto sparire la dichiarazione congiunta. Si tratta di un compromesso al ribasso per noi inaccettabile. Noi che non abbiamo chiesto i matrimoni, nè abbiamo avanzato altre richieste, ora ci troviamo con un accordo che è un passo indietro rispetto a quanto scritto nel programma. Ora - conclude l'esponente di Rifondazione - daremo battaglia in Parlamento".

Le reazioni della Cdl: attacco alla famiglia
"Il governo Prodi demolisce la famiglia- afferma Isabella Bertolini (Forza Italia) -. Il professore vuole scimmiottare Zapatero con un pasticcio indegno. Calpestando le parole del Santo Padre e i dettami della Costituzione. Si tratta di un vero e proprio atto di ostilità nei confronti della Chiesa e dei nostri valori. I cattolici del centro sinistra sono umiliati. La Cdl sarà il bastione a difesa della famiglia fondata sul matrimonio. Non faremo mai passare questa legge in Parlamento". Parla di matrimonio di serie B il leghista Roberto Calderoli: "Eccoli uscire allo scoperto, con qualche manipolazione ma di fatto con questi Pacs, su cui nel centrosinistra avrebbero raggiunto l'accordo, stanno sancendo una specie di matrimonio di serie B e stanno passando dalle coppie alle coppiette di fatto e quindi ai matrimonini. Ci sarebbe solo da ridere se la cosa non fosse tragica, perchè in questo modo stanno distruggendo la famiglia, perchè questi Pacs altro non sono il cavallo di Troia per consentire il matrimonio tra gay".

"Un grave attacco al valore fondante della famiglia ed alle sensibilità di milioni di italiani. Con il ddl sui Pacs l'Unione ignora le indicazioni della Chiesa cattolica e apre la strada a pericolose forme di surrogati del vincolo matrimoniale, comprese le convivenze omosessuali". Lo scrive il presidente dei senatori di Forza Italia, Renato Schifani. "Anche su questo tema - continua - il centrosinistra è diviso, come dimostra la posizione decisamente contraria del ministro Mastella, a testimonianza che la maggioranza non esiste neppure sulle questioni etiche e non solo in politica estera. Ci auguriamo dunque che il Parlamento respinga il provvedimento e sappia porre un argine alla deriva voluta dalla sinistra radicale, il cui unico scopo - conclude Schifani - è quello di minare le strutture portanti della nostra società".

Arcigay in piazza contro il governo "Questa non è la legge che il movimento omosessuale italiano chiede da vent`anni. Nel paese del Vaticano l`uguaglianza della dignità e dei diritti per le coppie dello stesso sesso rimane una misura di civiltà ancora negata". Così Arcigay, tramite il presidente nazionale Sergio Lo Giudice, commenta il disegno di legge annunciando "andremo in piazza".

"La possibilità di una registrazione volontaria tramite atto pubblico per le coppie di fatto gay, lesbiche o eterosessuali è un punto di partenza. - spiega Lo Giudice -. Ma i diritti che avevamo richiesto rischiano di essere negati".

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