Cronaca locale

Paderno Ha ucciso la moglie gettandola dalle scale: continua la caccia all’uomo

Lui le ha voluto bene, l’ha sposata e lui l’ha ammazzata. Mario Parlagiacomo, 59 anni, ha eliminato la compagna di vita proprio perché non sopportava di essere lasciato. La donna, dopo aver ottenuto il divorzio, aveva deciso di allacciare un legame con l’autotrasportatore: ai tempi dei primi ammiccamenti si era convinta di potersi ricostruire una vita felice, piena d’affetto. Era innamorata. Mercoledì pomeriggio, Lucia Boaretto ha pagato con la vita una relazione andata a rotoli e che l’aveva spinta a rivolgersi all’avvocato per avviare le pratiche di separazione.
Alle 10 e 30 del giorno dell’omicidio, a Paderno Dugnano, molti li vedono insieme, con il loro cagnolino huski. Sembrano tranquilli, una coppia felice, in apparenza. Durante il pranzo cominciano a litigare: entrambi alzano la voce. Parole concitate. Poi quello che nessuno può intuire ed evitare. L’autotrasportatore smarrisce il lume della ragione. Mario Parlagiacomo è fuori di sé, forse in un primo momento più guidato dall’istinto che dalla ragione. Uno scatto: si avvicina alla moglie e la spinge. La donna vola giù dalla scala interna e picchia la testa sul pavimento. Probabilmente non è morta, ma solo tramortita. Semicosciente. Il presunto uxoricida riconquista razionalità e medita come finirla. I carabinieri del capitano Cataldo Pantaleo vicino al corpo trovano un cuscino. É quello che gli è servito per spingerlo forte sul volto della donna e soffocarla. Vicino al corpo i militari della sezione rilievi non hanno trovato una goccia di sangue.
Prende largo quindi l’ipotesi della morte per asfissia, un gesto atroce e premeditato: il presunto omicida voleva eliminare per sempre la moglie. E forse poteva anche riuscire a depistare gli investigatori. Non fosse stato per quella telefonata fatta al fratello per avvertirlo d’averla ammazzata. Poi si è messo al volante della sua Peugeot ed è fuggito. I militari dell’Arma, coordinati dal sostituto procuratore di Monza Salvatore Bellono, gli stanno dando la caccia in tutta Italia. Hanno sentito il fratello residente a Cinisello Balsamo, i parenti di Messina da dove era partito da giovane per trapiantarsi al nord, ma nessuna traccia per ora. E nessuno può escludere che, divorato dal rimorso, possa aver deciso di togliersi la vita. Dice un figlio della donna: «Se lo trovano vivo, spenderò fino all’ultimo centesimo per fargliela pagare. Mia mamma non meritava di morire così.

Nessuno merita una morte così assurda».

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