«Per Pietro ci sarà il tempo del perdono».
La frase scandita dall'altare della chiesa di Sant'Agostino di via Copernico, annessa all'istituto scolastico dei padri salesiani, stempera eventuali rancori, le troppe parole dei giorni scorsi e fa spuntare qualche sorrise dietro le tante lacrime. La pronuncia, tenendo stretta la mano di sua moglie Paola, Carlo Pelizzi, il padre di Alessandra, la 19enne morta nei giorni scorsi ad Affori in un volo di trenta metri dal balcone di casa del suo ex fidanzato, il ventenne Pietro Maxymilian Di Paola che non accettava la fine della loro relazione e si è ucciso allo stesso modo con lei. Un omicidio-suicido che risale a lunedì sera e che ha suscitato grande scalpore. Sia per la giovane età dei ragazzi, sia per la feroce e lucida pianificazione del gesto emersa da una lettera dai toni crudeli lasciata dal ragazzo prima di trascinare con sé, nel suo gesto folle, quella giovane che ha peccato solo nel voler aiutare troppo il suo ex, rivelatosi invece in preda a una vera e propria patologia.
Ieri, tuttavia, al funerale di Alessandra, una cerimonia funebre celebrata a partire dalle 11 da ben dodici sacerdoti - che, come ci aveva anticipato Paola Pelizzi, la madre di Alessandra, si sono offerti spontaneamente perché negli anni, nella «casa» milanese di san Giovanni Bosco, avevano conosciuto le grandi doti umane della ragazza - non è emerso rancore, odio, non c'è mai stato un momento di tensione. Splendidi bouquet di fiori bianchi ovunque, una folla di amici e conoscenti che gremivano la chiesa, parole e ricordi di bellezza e di pace. Come quelle del padre salesiano che ha pronunciato un omelia, ispirata al vangelo di Matteo e all'estrema disponibilità e dedizione della ragazza verso il prossimo che faceva di lei una «crocerossina» in senso positivo. «Una persona che aveva sempre tempo per tutti, che ci teneva a fare regali mirati e mai scontati per far capire alle persone che ci sono cose uniche per gente unica, che ascoltava anche quando sembrava lontana, fulminandoti con battute impressionanti».
Quindi è stata la volta delle tre amiche del cuore di Alessandra Pelizzi che ne hanno ricordato l'umorismo, l'amore per i viaggi che l'aveva fatta diventare la loro «tour operator personale», l'aiuto mai negato a scuola e fuori e l'entusiasmo mostrato per iniziative che magari non le andavano a genio al cento per cento anche solo per non deluderle. «Chiedevamo spesso alla Pelux perché non dicesse mai no, non accusasse mai stanchezza - hanno spiegato le ragazze - e lei rispondeva ma nani , stare con voi mi dà un'energia che non avrei restando a casa a riposare».
Infine è intervenuto il suo primissimo ragazzo, un rapporto nato quando erano poco più che adolescenti e trasformatosi poi in grande amicizia: «È stata la prima persona che ho chiamato amore - ha detto molto commosso - Ora resta qui nel mio cuore, non se ne va».
Infine è toccata alla maestra delle elementari, ai compagni di liceo.
E, la prova più dura, prima di concludere la cerimonia, è toccata ai genitori. Che non hanno però permesso che la loro disperazione prendesse il sopravvento: Alessandra era lì, insieme a tutti. E, nel sottofondo della melodia dell'arpa e del canto della cattedrale, diceva arrivederci, non addio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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