Dal padre arriva un esposto per riaprire le indagini sul caso

Un esposto incentrato su 22 punti per chiedere la riapertura delle indagini sul caso della morte di Claudia Agostini, trovata priva di vita il 13 ottobre 2003 in via della Lungara davanti al palazzo in cui abitava con il compagno. L’istanza sarà presentata nelle prossime ore dal padre della donna alla Procura della Repubblica di Roma e al capo della squadra «cold case» della Questura di Roma, Vittorio Rizzi. La richiesta di Athos Agostini (assistito dall’avvocato Luigi Vincenzo e da Carmelo Lavorino, criminologo criminalista e consulente della parte offesa) parte dal «dato obiettivo che si è trattato di un omicidio volontario» e pone forti dubbi sulla testimonianza di una donna, che un mese dopo la morte di Claudia, fissò l’orario del ritrovamento del cadavere alle 5.30. Una dichiarazione considerata «falsa» per i legali della famiglia perché - dicono - «smentita dalle riprese di una telecamera del Centro studi Alta difesa del ministero». La decisione di presentare l’esposto nasce dalla convinzione che all’epoca «le indagini sono state condotte in modo approssimativo. Inizialmente direzionate a dimostrare che si trattava di una precipitazione dal terrazzo per malore o per una volontà suicida e poi per investimento».

«Perciò - spiega Carmelo Lavorino, consulente della famiglia - non fu mai congelata la scena del crimine» che per la difesa sarebbe «il palazzo». Per la famiglia la giovane é stata uccisa circa mezz’ora prima del ritrovamento e portata solo dopo in strada, da chi l’ha uccisa.

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