da Catanzaro
«Non sono un diavolo e non avrei mai potuto commettere i reati di cui vengo accusato. La mia vita ormai è distrutta, ma io prego affinché la suora e tutti coloro che mi hanno infangato possano convertirsi». Così ieri, a Catanzaro, padre Fedele Bisceglia ha ribadito la sua innocenza ai giudici del Tribunale della libertà. Il frate è accusato con il suo segretario, Antonio Gaudio, di violenza sessuale nei confronti di una suora.
Ludienza del Riesame è stata fissata dopo che, nei mesi scorsi, la Cassazione aveva annullato con rinvio una precedente decisione del Tribunale della libertà di Catanzaro, con la quale i due indagati furono scarcerati. Nella prima decisione i giudici del Riesame ritennero che la suora non era attendibile. Ieri, però, il sostituto procuratore della Repubblica di Cosenza, Claudio Curreli, ha depositato dei nuovi documenti daccusa, tra cui dei fotogrammi di un film porno dal titolo Il diavolo in convento, e la trascrizione di una intercettazione ambientale. I fotogrammi sono stati tratti da un film trovato su un computer sequestrato nellOasi francescana al momento dellarresto di padre Fedele e di Gaudio. Nel film ci sono scene relative a un rapporto sessuale fra un uomo e una donna. Secondo il resoconto degli agenti di polizia, nel video la donna avrebbe un saio nero e delle calze corte, e limmagine delluomo non sarebbe quella di padre Fedele. Gli investigatori ritengono invece che la figura maschile possa essere compatibile con quella di Antonio Gaudio. Secondo i difensori, invece, il film sarebbe stato scaricato da internet e non avrebbe nessun legame con le presunte violenze alla suora.
Al termine delludienza, i giudici del Riesame hanno concesso a padre Fedele di intervenire: «Ho settantanni - ha detto il frate -. Che cosa me ne faccio, ormai, della mia vita infangata? Non ho mai abusato di nessuno, ho solo aiutato i poveri».
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