Nino Materi
Uno psichiatra che buca il video e un frate che presto sarà corteggiatissimo dalla televisione. Le strade del professor Francesco Bruno (in testa, ex aequo con il suo collega Paolo Crepet, nella classifica delle presenze nel salotto di Bruno Vespa) e quella di padre Fedele Bisceglia non potevano non incrociarsi; se a ciò si aggiunge che i due sono entrambi calabresi e amici di vecchia data, il gemellaggio diventa ancor più scontato. Al Giornale Bruno spiega il motivo che lha spinto ad accettare lincarico affidatogli dai difensori del religioso accusato di aver violentato una suora allinterno dellOasi francescana di Cosenza, listituto fondato e diretto dal cappuccino: «Quando mi è stato proposto di effettuare la perizia psichiatrica sulla suora che sostiene di essere stata stuprata, non ho avuto dubbi. Su questo caso credo infatti di avere le idee chiare riassumibili in un concetto fondamentale: padre Fedele è colpevole solo di essere una persona estremamente schietta, energica e determinata, ma non violenterebbe mai una donna».
Perché allora una monaca si sarebbe inventata episodi tanto gravi?
«Al momento non sono in grado di dirlo, dopo che le avrò parlato ne saprò di più. Anche se...».
Anche se?
«La perizia fatta eseguire dal Pm, attraverso la quale sarebbe stata accertata la credibilità della religiosa, è viziata da errori tecnico-giuridici».
Che lei lo sostenga è scontato, piuttosto come intende procedere?
«Da una rapida lettura delle carte mi sono convinto che lanalisi della teste dovrà procedere attraverso criteri ben diversi».
Intanto lei - a prescindere dagli accertamenti che svolgerà sulla suora - si dichiara apertamente innocentista.
«Sono convinto della assoluta estraneità di padre Fedele ai fatti contestati. E ciò per almeno tre motivi: 1) conosco padre Fedele da sempre, 2) posso testimoniare sulla sua integrità morale, 3) penso di conoscere le ragioni allorigine di questa brutta storia».
Come si fa a giurare sulla «integrità morale» di padre Fedele, dopo aver letto certe intercettazioni telefoniche?
«Lintera esistenza di padre Fedele dimostra come questuomo sia sempre stato al servizio dei più deboli e bisognosi. Quanto alle conversazioni telefoniche dimostrano solo che lui non è indifferente al sesso, una circostanza che non ha nulla a che vedere con unipotesi pesante come la violenza carnale. E aggiungo che è indecente che le fantasie più intime di una persona siano finite sui giornali».
Insomma, secondo lei è normale che un sacerdote si esprima alla stregua di un attore porno?
«Il tono di quelle frasi ripropone il tema delicatissimo del celibato e del voto di castità dei sacerdoti. Un problema rispetto al quale, prima o poi, la Chiesa dovrà cambiare atteggiamento».
In attesa che la Chiesa «cambi atteggiamento», nel caso di padre Fedele resta in piedi la terribile accusa di violenza carnale.
«Alla quale, lo ripeto, non credo in alcun modo. Piuttosto non escludo che qualcuno abbia ideato un complotto per fargli pagare un impegno - anche di tipo manageriale - che può frenare o bloccare affari dai contorni oscuri».
Non penserà mica alla ndrangheta?
«Nei panni degli inquirenti seguirei ogni pista, compresa quella che porta a istituzioni formalmente legittime e insospettabili».
Su che basi ha maturato una tale convinzione?
«Ci sono elementi di fatto indiscutibili: padre Fedele ha messo su unorganizzazione missionaria che movimenta economicamente somme rilevanti, un piccolo impero della solidarietà che stava ora per fare un ulteriore salto qualitativo, investendo un patrimonio finanziario ancora più considerevole. Soldi che, forse, fanno gola a molti».
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