I primi a poterne vedere otto minuti in anteprima sono stati i francesi, con una proiezione speciale avvenuta a Parigi. Poi, venerdì scorso sono stati i fans del Comicon di San Diego ad assaporare una tranche di Le avventure di Tintin. Il segreto del Liocorno. E, stando ai primi commenti, il nuovo progetto cinematografico diretto da Steven Spielberg sembra, dal punto di vista grafico e narrativo, aver rispettato il modello del celeberrimo fumetto di Hergè di cui è una trasposizione in capture motion, prodotta in collaborazione con Peter Jackson (che dovrebbe curare la regia del successivo episodio intitolato Il tempio del sole). Una pellicola i cui effetti visivi sono stati curati dalla Weta Digital e che è stata sceneggiata da Steven Moffatt, Edgar Wright e Joe Cornish che hanno scelto di condensare in un unico film ben tre storie dell’originale fumetto: Il granchio d’oro, Il segreto del Liocorno e Il tesoro di Rackhman il rosso. Sugli schermi italiani la pellicola approderà a ottobre, mentre negli States uscirà a dicembre.
Nel frattempo Rizzoli-Lizard ha deciso di pubblicare per l’estate una nuova edizione riveduta e corretta dei fumetti di Hergè, ritradotti per l’occasione da Giovanni Zucca e curati da Philippe Daverio. Sono per ora approdati in libreria quattro degli otto volumi che riproporrano cronologicamente (nella collana «Le avventure di Tintin») tutte le storie del celeberrimo eroe. Nei primi quattro tomi sono raccolti i seguenti titoli: Tintin nel paese dei Soviet e Tintin in Congo (Vol. 1); Tintin in America, I sigari del faraone e Il loto blu (Vol. 2); L’orecchio spezzato, L’isola nera e Lo scettro di Ottokar (Vol. 3); Il granchio d’oro, La stella misteriosa e Il segreto del Liocorno (Vol.4). Si tratta di storie in cui il giovane reporter Tintin, accompagnato dal fido cane Milou, si muove nella Russia Comunista, nel profondo Congo belga coloniale, nel Far West, in Egitto, nell’Africa nera, in Sud America, in Scozia, nella remota Sildavia, al polo Nord, in Cina, etc. Di volta in volta, Hergè si diverte a spostare sulla mappa geografica del mondo il suo giornalista-investigatore producendo un immaginario reportage per i suoi lettori, fatto di avventura ed elementi esotici, disegnando in maniera millimetrica luoghi e persone singolari.
Tintin è un giovanotto intraprendente e impiccione che nulla e nessuno riesce a fermare e così si trova ad affrontare il contrabbando di diamanti dello sfregiato Al Capone ma anche il narcotraffico d’oppio organizzato dal misterioso Loto Blu, e inoltre deve fare in modo che enormi meteoriti non precipitino sulla Terra, deve vedersela con mutazioni di ragni e funghi giganti, decifrare misteriosi simboli egizi, sopravvivere alla sanguinaria tribù degli Arumbaya... Situazioni di estremo pericolo descritte con una grande passione avventurosa ma dipinte anche con uno strepitoso talento umoristico. Non a caso accanto all’immarcescibile Tintin spunteranno man mano nella saga i caratteri di personaggi buffi come lo scorbutico capitano Haddock, i pasticcioni detective privati gemelli Dupont e Dupond e lo stralunato professor Trifone Girasole (o Tornasole a seconda delle edizioni).
Il divertimento è da sempre il motore che ha mosso tutta l’attività del disegnatore e sceneggiatore belga Georges Prosper Remi che, sotto lo pseudonimo di Hergè, dal 1929 al 1983 (anno della sua morte) ha realizzato la serie delle 24 storie complete di Tintin arrivando a vendere più di 200 milioni di copie in tutto il mondo e potendo vantare la traduzione in ben 50 lingue. «Non consideravo la faccenda come un vero lavoro, ma come un gioco, uno scherzo. Tintin era per me un gioco, almeno sino al Loto Blu» ha dichiarato. Ed è singolare che l’autore belga non abbia mai deciso di dare un’età al suo personaggio che, come ci ricorda Philippe Daverio nella prefazione alla nuova edizione Rizzoli-Lizard, risulta «né maturo né ragazzo, ma sveglio come pochi, senza amicizie femminili.
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