Il paese nato da una fuga d’amore

Sergio Bagnoli

All’anagrafe si chiamao Ilaria Zerbone e Davide Grezzi, oggi e domani svestiranno per due giorni le sembianze di una classica coppia di innamorati dell’Italia 2006 per ricoprire i panni di Giacomo e Francesca i due sposini che sul far del 1100 per sfuggire alle pretese del Conte Uberto, regnante su Badalucco che reclamava il rispetto dello «Ius primae noctis», si rifugiarono sul costone di roccia dirimpetto al loro borgo d’origine, dando così inizio alla storia quasi millenaria di Montalto Ligure.
Ci troviamo in media Valle Argentina, alle spalle di Arma di Taggia, in uno di quei borghi tanto amati dai facoltosi turisti tedeschi ed olandesi che qui hanno preso casa, per trascorrervi in santa pace le loro vacanze, a contatto con la natura e lontani dal frastuono caciarone della costa.
Ci troviamo però anche in uno di quei tanti paesini della montagna ligure abbandonati dalle istituzioni dello Stato italiano e che se ben valorizzati potrebbero costituire l’ossatura di un’inedita campagna turistica di promozione del nostro territorio, basata per l’appunto sulla valorizzazione dei borghi della cosiddetta «Italia minore». Purtroppo l’amministrazione comunale deve spesso fare i conti con l’inazione delle istituzioni regionali e statali per le quali questi paesini quasi non esistono. Ed allora ecco che chiudono scuole, guardie mediche, farmacie ed uffici postali, lasciando le popolazioni dell’entroterra ligure in uno stato di deplorevole abbandono.
Genova e Roma sono matrigne e non a caso qui domenica scorsa, per il referendum, ha stravinto il Sì. Qualche anno fa però al giovane Sindaco Matteo Orengo ed al suo vice, ancora più giovane, Valentino Lanteri venne un’idea formidabile: trasformare Montalto Ligure nel paese degli innamorati. L’atmosfera romantica in questo recondito lembo di Liguria c’era, la storia pure, si dissero i due, perchè non allinearsi con le più famose Verona, teatro della vicenda d’amore tra Romeo e Giulietta, e Gradara, che ha visto le gesta di Paolo e Francesca. Detto fatto si deliberò di dedicare il primo week-end di luglio alla rievocazione storica sulle origini del borgo e, visto che Montalto ebbe i natali grazie ad una coppia di giovani sposi di Badalucco che intendevano sottrarsi all’istituto giuridico dello «ius pirmae noctis» che pretendeva che il signorotto feudale di un qualsiasi borgo potesse impalmarsi, la prima notte successiva alle nozze, ogni donna giovane sua suddita, ritennero giusto trasformare una qualsiasi coppia dei giorni nostri, che si prestasse al gioco, nei Giacomo e Francesca di un tempo.
Sono loro i vari protagonisti di questa festa chiamati «Cronica Montisalti» e quindi presiederanno ad ogno momento ludico e di spettacolo che tra oggi e domani rallegreranno i vicoli e le piazzette del borgo. Si susseguiranno cene dal sapore medioevale, esibizioni di saltimbanchi e mangiafuoco, danze antiche. Particolare attenzione verrà riservata ai piccini, cui sarà dedicata un apposito spazio ludico, sempre ispirato ai giochi dell’epoca che fu. «Con questa iniziativa, speriamo di attirare in un paese un gran numero di visitatori e di sensibilizzarli sulle molte attrattive di Montalto, l’incantevole borgo in cui sono nato e che ora sono chiamato ad amministrare. Montalto meriterebbe più attenzione da parte delle istituzioni regionali e nazionali invece continuano a toglierci i servizi essenziali.

Pensate che se dopo le cinque del pomeriggio un mio concittadino fosse colpito da infarto, l’ambulanza chiamata a soccorrerlo dovrebbe salire da Arma di Taggia, a 12 chilometri di distanza, non essendo presente, 24 ore su 24, un analogo servizio di zona», ci conferma rattristato il vicesindaco Lanteri.

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