Oggi in Italia ci sono undici regioni che non sarebbero in grado di mantenersi da sole. E sopravvivono solo perché ci sono le altre che pagano per loro. Tra queste undici, quattro sono quelle a statuto speciale: Valle dAosta, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Sardegna. Aggiungiamo il Friuli-Venezia Giulia e lelenco delle «cinque sorelle» a gestione privilegiata è completo. La geografia di un Paese del Bengodi che va dalle Alpi al Mediterraneo. E di cui, tra sprechi e generose concessioni dello Stato, si è già detto e scritto di tutto e di più. Inutilmente, dato che nemmeno sessantanni son bastati per farsi passare la paura dei movimenti separatisti di Sicilia e Sardegna o il desiderio di proteggere la minoranza francofona in Valle dAosta e i germanofoni del Trentino-Alto Adige assurta al rango dellautonomia nel 1972. Con i suoi residenti entrati finalmente a far parte di quella «casta» di italiani che, come ripete laltoatesino Luis Durnwalder il governatore più potente delle Alpi, «non hanno privilegi, ma solo diritti». E che diritti. Un bonus bebè e un assegno mensile per tutti i nuovi nati, borse di studio per i ragazzi che vogliano studiare allestero per coprire vitto, alloggio, tasse scolastiche e libri. E poi fondi per le infrastrutture che gli altri nemmeno si sognano. E gli insegnanti in provincia di Trento o di Bolzano? Pagati il 30 per cento in più grazie allindennità di bilinguismo.
Solo linizio di un elenco sterminato. Lungo almeno quanto quello dei comuni delle regioni confinanti che si mettono in coda con tanto di referendum per chiedere ospitalità. Celebri i casi di Lamon, Livinallongo, Colle Santa Lucia, Cortina dAmpezzo o lintero Altopiano di Asiago (otto Comuni, 21mila abitanti) che allurlo di «lì sono ricchi, adesso tocca anche a noi» hanno tentato la fuga. «Grazie ai fortissimi privilegi di cui godono - cè andato giù pesante il governatore del Veneto Giancarlo Galan - queste regioni rappresentano il miele per le mosche che mette in moto azioni secessioniste». A consolarlo è arrivato il sindaco di Venezia. «Povero Galan - chiosa Massimo Cacciari - è una questione di concorrenza insostenibile e basta». Più che comprensibili le lamentele dellabitante di Asiago che per mandare il figlio allasilo spende qualche decina di euro in più ogni mese rispetto al suo connazionale (sì, connazionale) che vive nella trentina Lavarone. E che, per i ragazzi più grandicelli, ottiene libri di testo gratis per tutto il ciclo dellobbligo. A scartabellare si scopre che i trentini che vogliano mettere su unimpresa hanno dalla Regione sovvenzioni a fondo perduto fino al 70 per cento. In Friuli-Venezia Giulia e Valle dAosta ci si può comprare la prima casa con mutui a prezzo stracciato. Nella provincia di Bolzano le fasce di reddito più deboli possono acquistar casa con un prestito a interesse zero che va da 59 a 119mila euro e da restituire in 15 o 20 anni. In Valle dAosta ogni residente ha diritto a 800 litri di benzina e 520 di gasolio esenti da accisa, mentre a Trieste e dintorni i prezzi sono agganciati alla Slovenia e le autostrade scontate. In Valle dAosta zucchero, birra e liquori sono venduti al netto delle tasse nazionali. In tutte le Regioni a statuto speciale il bollo dellauto e della moto si paga di meno perché è senza tassa regionale. Per non parlare del numero dei dipendenti. Una cifra difficile anche da aggiornare: fino a non molto tempo fa il primato di stipendi e dirigenti apparteneva alla Sicilia con un esercito di 2.200 dirigenti. Lanno scorso a Milano in Regione cera un dirigente ogni 60 dipendenti, a Palermo un dirigente ogni 6 dipendenti e un capufficio ogni due. In media il rapporto tra dirigenti e abitanti è di 9 ogni 100mila. Nelle Regioni autonome si sale a oltre 30. Con la Valle dAosta che da sola vanta ben 1.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.