La busta e la beffa. Edoardo Austoni, accusato dalla Procura di aver chiesto denaro ai propri pazienti per essere operati in tempi brevi e da lui personalmente, in qualche occasione potrebbe aver disatteso l«accordo». Un episodio lo racconta ai magistrati un medico della sua équipe, presente con lui in sala operatoria.
«Era un paziente del professore - spiega il teste ai pm Grazia Pradella e Tiziana Siciliano -, ma fui io a operare». Sulla cartella clinica figurava la sigla «Api» («Avvisare per intervento») con cui lurologo indicava le persone che - stando alle accuse - pagavano il suo interessamento, ma dopo lanestesia il luminare avrebbe passato i ferri al collega. Il «patto» tra Austoni e la persona ricoverata non viene rispettato. E il caso riferito dal testimone potrebbe non essere lunico. Tra i verbali raccolti dalla Procura, infatti, un paziente solleva il dubbio.
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