Il pasticciaccio brutto di via Merulana 99. Singarbuglia sempre più la vicenda dei lavori a casa dellex commissario Antonio Di Pietro, poco o nulla in comune con il commissario Francesco Ingravallo che in quella stessa strada conduceva le indagini come da romanzo di Carlo Emilio Gadda. Oggi si scopre che poco prima di far fare i lavori di ristrutturazione del suo appartamento romano per una spesa totale di 7.200 euro (spesa intestata, in fattura, alla sede dellItalia dei Valori di Busto Arsizio) Tonino aveva appena ritinteggiato di fresco lo stesso appartamento, spendendo appena 250 euro, e pagando con assegno a sua firma. Nel giro di pochi mesi era passato da una tintura celeste pastello (a sue spese) a un arancione spatolato (a spese del partito). Cambiamento cromatico, si dice, dovuto ai gusti raffinati della moglie Susanna Mazzoleni. Ma andiamo con ordine. Giusto mercoledì lex pm di Mani pulite ha annunciato una querela al Giornale che aveva osato chiedere chiarimenti su questa fattura per lavori di ristrutturazione di una delle tante case dellex pm, appunto quella in via Merulana 99 a Roma, intestata non al legittimo proprietario bensì al presidente del partito dellItalia dei Valori, che poi è la stessa persona: Antonio Di Pietro. Lex pm non ha spiegato come mai quei 7.200 euro sono stati «addebitati» allIdv invece che a lui. Non ha chiarito perché limbianchino nella fattura ha fatto riferimento alla «sede sociale» del partito in via Merulana (che non esiste) anziché al suo appartamento privato. Non ha dimostrato che non era stato il partito a pagare per la tinteggiatura della dimora romana. Non ha detto una parola. Comportamento inusuale per chi non dovrebbe aver nulla da nascondere. Comportamento che alimenta sospetti alla luce di quanto il Giornale è venuto a scoprire adesso compulsando le ricevute del «primo» imbianchino e la copia dellassegno circolare da 664 euro staccato da Di Pietro il 30 maggio 2002 (onnicomprensivo di 158 euro per le pulizie, 100 euro del trasloco di materiale a Montenero, 406 fra tinteggiatura e resto delle pulizie).
A svelare larcano ci pensa Mario Di Domenico, ex amico del cuore di Tonino, cofondatore dellIdv, luomo che per primo sollevò dubbi sulle gestione «familiare» delle finanze dellItalia dei Valori. Contattato dal Giornale, lavvocato Di Domenico conferma di aver passato a Di Pietro limbianchino che gli stava ritinteggiando lufficio. «Con Antonio (Di Pietro, ndr), che avevo aiutato seguendo il preliminare di compravendita dellimmmobile in Via Merulana a Roma, convenimmo che avrei provveduto io, in tutta economia, come si conviene fra amici, a far eseguire i lavori dimbiancatura dellappartamento. Non solo - ripeto - per disinteressata amicizia, ma anche perché in quel periodo stavo eseguendo lavori di ristrutturazione dello studio in Roma. Sicché - continua - destinai limbianchino, per due o tre giorni, allimbiancatura dellappartamento in Via Merulana. Ovviamente non pagò il partito, non lavrei permesso. Pagai limbianchino con mio assegno personale di 250 euro più altri 103 euro lacquisto dei materiali e altre piccole spese e lui, dal suo conto corrente personale, mi rimborsò esattamente la somma di 664 euro». Dopodiché, restituite le chiavi, «non mi occupai più della casa di Via Merulana poiché prese il controllo della situazione Silvana Mura», la tesoriera del partito.
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