Cronache

Pagato sedicimila euro al mese per andare alle riunioni sui cetacei

(...) creato in funzione strumentale alle finalità istituzionali di realizzazione dell’interesse pubblico regionale», dovrà «affiancare» nel progetto la Regione. Per questo ha presentato un preventivo subito accolto dalla giunta Burlando. Totale 493.250 euro, di cui 72.843 di sole spese per pagare un «esperto» a 624 euro al giorno, un «ricercatore senior» a 237,6 euro al giorno, un «ricercatore» normale a 201,6 euro al giorno e un amministrativo a 230,4 euro al giorno. Quest’ultimo, ad esempio, verrà pagato per 26 giorni di lavoro, cioè un mese, ben 5.990,4 euro. Il tutto perché, evidentemente, in tutta la Regione Liguria non ci dev’essere un dipendente amministrativo già stipendiato in grado di fare il suo lavoro.
La nuova pioggia di soldi pubblici riversata dalle casse della Regione per incarichi esterni non poteva passare inosservata alla coppia di censori del Pdl, i consiglieri Gianni Plinio e Matteo Rosso, che hanno già presentato un’interpellanza per capire se «alla giunta Burlando stiano in realtà più a cuore i cetacei o i fortunati e strapagati consulenti di Liguria Ricerche». In effetti l’«esperto» lavorerà per affiancare la Regione in riunioni e predisposizione di documenti, rendiconti e quant’altro in tutto 51 giorni e incasserà 31.824 euro, praticamente la cifra che sarebbe già un bello stipendio per un anno. I ricercatori lavoreranno rispettivamente 77 e 83 giorni.
Quello che non è dato sapere è però se questo personale sia già alle dipendenze di Liguria Ricerche. In caso affermativo, non si capirebbe la necessità di pagarlo a giornata. In caso contrario, non si vedrebbe la necessità di passare attraverso una società per assoldare consulenti esterni, con l’evidente e probabile rischio di spendere ancora di più. «Questo è uno degli aspetti che il presidente Burlando e l’assessore all’Ambiente Franco Zunino dovranno chiarire - attaccano Plinio e Rosso - Qui in fondo si tratta di incarichi di assistenza tecnica che potrebbero essere affidati a professionalità esistenti all’interno della Regione».
Anche perché sia con il termine «esperto» sia con quello di «ricercatore» non vengono indicati scienziati o biologi marini specializzati nel campo dei cetacei. Liguria Ricerche infatti inserisce nel preventivo una voce di spesa in più, anzi la più «pesante», proprio per pagare i veri e propri esperti. Al capitolo «costi diretti esterni» corrispondono infatti 400mila euro netti. E nella parentesi esplicativa dei costi si legge solo la parola «consulenti» e tre puntini di sospensione. A ribadire che il grosso della spesa servirà proprio per far fronte alla retribuzione di chi si occuperà della parte più tecnica del progetto. Chi, in particolare? L’allegato resta sul generico: «La voce si riferisce al conferimento di incarichi ai soggetti di volta in volta ritenuti idonei allo svolgimento delle attività previste dal progetto e individuati secondo le procedure di selezione e di incarico previste dalla società». Cioè non si sa ancora chi servirà, ma sicuramente si sa quanto vorrà essere pagato, quanto la Regione ci mette per il suo «disturbo».
Non solo. Negli atti allegati alla delibera regionale ci sono anche diverse tabelle che riassumono i costi delle singole attività svolte per «affiancare» la Regione. In realtà, sommando tutte le voci di spesa previste, si superano abbondantemente i 493mila euro stanziati dalla giunta e di fatto si raddoppiano. «Probabilmente Liguria Ricerche otterrà finanziamenti anche da altri enti - spiegano Plinio e Rosso - Comunque tutto il progetto dovrà essere chiarito nei dettagli dal presidente Burlando. Spese così rilevanti, in un momento delicato anche per tanti liguri che chiedono un posto di lavoro, sembrano imbarazzanti. Soprattutto perché vengono usate per retribuire personale esterno con contratti principeschi». Burlando aveva promesso un taglio delle consulenze esterne. E in effetti formalmente stavolta i consulenti non li arruola neppure lui. Paga una società esterna per farlo al posto suo. Non è la stessa cosa.

Non è detto che sia meglio, neppure per le casse della Regione Liguria.

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