L«orientamento allefficacia», ossia la spinta a lavorare bene; l«accuratezza dei dati»; l«iniziativa», inteso come la capacità di prendere con prontezza le decisioni, evitando problemi. Ma anche la «cooperazione», ossia lattitudine a lavorare in un gruppo; la «gestione della variabilità», che è lo spirito di adattamento quando cambia lorganizzazione del lavoro. E poi la «creazione di reti di contatti», quanto uno si impegna a far nascere relazioni reciproche - con colleghi, collaboratori, clienti, fornitori - per ottimizzare il lavoro. La scala di valori va da uno a sei, ottenere punteggi alti per ogni voce significa concorrere al premio di produttività. Le «pagelle» con cui il sindaco Letizia Moratti intende dare i voti ai circa ventimila dipendenti comunali, per «premiare lefficienza e scoraggiare lassenteismo e la scarsa partecipazione», ha spiegato, in realtà, erano già state sperimentate anche dal suo predecessore Gabriele Albertini. Uno strumento che i lavoratori dal 2001 puntualmente contestano con proteste di piazza, arrivando a bruciare simbolicamente la «pagella» davanti a Palazzo Marino. Ma lo strumento è previsto dalla legge ed è inserito nel contratto di lavoro dei dipendenti comunali. Non si scappa, insomma. Il leader del Coordinamento sindacale autonomo, Roberto Miglio, chiede però alla Moratti di fare questanno un passo avanti, a garanzia dei diritti dei lavoratori. Le prossime schede di valutazione saranno consegnate a marzo, per cui tra la fine di gennaio e linizio di febbraio tutti i dirigenti stenderanno i propri giudizi sul personale. «Ma può capitare che sui voti influiscano problemi di natura esclusivamente personale tra dirigente e impiegato sottoposto - considera Miglio -. Oggi il dipendente non può fare ricorso contro un giudizio che ritiene infondato. Dovrebbe essere costituito un comitato di garanzia, di cui facciano parte rappresentanti sindacali e dei dirigenti comunali, a cui un dipendente possa appellarsi e che verifichi caso per caso le situazioni controverse».
Un«idea fattibile» anche per il consigliere dellUlivo Andrea Fanzago, sia «per tutelare chi si sente giudicato in modo non obiettivo», ma anche «per far venire alla luce eventuali casi in cui un dipendente, pur non avendone il merito, ottiene a scapito dei colleghi una promozione solo perché è daccordo con il proprio responsabile».
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