ITALIA
Buffon: I punteros spagnoli non hanno il piede caldo, però fanno paura lo
stesso e ogni tanto cavano il colpo che fa sussultare lo stadio. E lui
risponde per le rime. Sembra Batman, Superman, o fate voi, che apre le
ali e nasconde la porta agli avversari. 6,5
Zambrotta: Gioca e migliora. Difficile capire da dove tragga tante energie, sembra inesauribile. Affannato all’inizio nei recuperi, soprattutto in retroguardia. Gattone dalle sette vite, nella ripresa diventa un doberman pure in difesa: straripante e indomabile. 7
Panucci: Spettacolare nella tranquillità difensiva che regala forza ai compagni di reparto. Preciso e sicuro negli interventi. Va a toglier palla a Torres come stesse bevendo un caffè. In quel ruolo ha davvero la faccia e la qualità del primo della classe. 6
Chiellini: Ha una qualità che lo fortifica: conosce i suoi limiti e non cerca mai di oltrepassarli. Puntiglioso cane da guardia, randella con classe e, soprattutto, quando serve. Diventa quasi una muraglia invalicabile. Determinante in alcuni interventi da crepacuore. 7
Grosso: Conoscendo il proprio punto debole, ha l’umiltà e l’intelligenza di tenere una concentrazione caparbia nella fase difensiva. Sembra non sfuggirgli praticamente nulla. Quando attacca si rilassa e induce alla preoccupazione gli spagnoli lungo la fascia. 6
Aquilani: Intimidito, gioca un tempo da ragazzino con i rossori. Si dimostra un buon corista ma nulla più. Si regala un po’ di vita nella ripresa, galleggia con l’insicurezza di chi non osa. Va al tiro ed è bellino da vedere, però gli manca sangue nelle vene. 5,5
De Rossi: Caparbio e roccioso nella fase difensiva. Ti fa mancare qualcosa quando serve cambiare ritmo e dare impronta al gioco. Troppo ragionierino. Gioca quasi sempre da metodista vecchio stile, spesso utile, ma non basta. Paga dal dischetto. 6
Ambrosini: È veramente un bel gladiatore. Entra in partita con la testa e le voglie giuste. Produce sostanza in gran quantità. Quando si infila a sinistra propone gli inviti più gustosi per la testa dei nostri attaccanti. È un giocatore davvero universale: nel ruolo. 6,5
Perrotta: Vorrebbe giocare a tutto sprint, perchè non sa mettere la personalità che servirebbe al ruolo. Passa una vita a mezza via: Faccio o non faccio? Sono o non sono? Attacco o difendo? Troppe domande per trovare risposte in poco tempo. 5
Cassano: Questa volta è talvolta ninnolo, talvolta giocoliere. Fatica a produrre colpi che facciano la differenza. Con quei piedi illude, ma spesso cade nella banalità. Nei giorni scorsi faceva una gag, chiedendo: devo pagare per giocare? Certo, se gioca così. 5,5
Toni: Lo stellone non lo aiuta, si intuisce che non c’è feeling quando va di testa e qualcosa non riesce. Poco servito, sgomita, si sbatte, usa il testolone come una clava. Sembra perfin curvo e appesantito dall’angoscia del goleador senza gol. 6
Le riserve: CAMORANESI (dal 12’ st) 6,5. Entra e spara subito la bordata che
potrebbe cambiare faccia alla partita. Mette sostanza più rassicurante
rispetto a quella proposta da Perrotta.
DI
NATALE (dal 29’ st) 6. Imbrocca il primo cross: potrebbe valere il gol
se Toni non pasticciasse. Diventa pericoloso nei supplementari e merita
la presenza. Tenta di fare il furbo ma vien scoperto e fischiato. Il
rigore è troppo pesante per lui.
DEL PIERO (dal 4’ 2.o ts) sv.
L’uomo dell’ultima speranza. Assolve al colpito con umiltà da gregario
e con qualche tocco in più.
All. Donadoni: Gioca con la squadra imposta dalla situazione. Punta su Perrotta ed è l’unico errore. Camoranesi dimostra di avere più anima per questo tipo di partite. Ha sistemato meglio del solito l’assetto difensivo, però la coperta resta sempre corta. Nella squadra manca un po’ di qualità. 6
SPAGNA
Casillas: vede sfarfalleggiare palloni nella sua area, ma finchè non entra Camoranesi non va in sofferenza. Sul bolide dell’italoargentino trova tempo e coordinazione per respingere di piede e rimedia a uno svarione precedente. Ai rigori diventa il re della serata. 7
Capdevila: non ha il vezzo del protagonismo. Gioca sulla fascia mantenendo le posizioni, raramente prova ad accelerare, a spingere il gioco o a chiudere le azioni sul fondo. Anche perchè dalla sua parte lavora Zambrotta che conosce bene e che non lo lascia tranquillo. 5,5
Puyol: sbandiera quella capigliatura che sembra una parrucca, non appena sente aria pesante dalle parti della sua porta. Bel senso della posizione ed anche dell’anticipo. Resta impalato soltanto quando Perrotta gli sbuca via come un topino. 6,5
Marchena: tosto e rude. Raddoppia le attenzioni su Toni per aiutare Puyol. Il gioco riesce e lui non prova molto di più. Ma è quello che gli chiede Aragones. Manovra sempre in sicurezza, sorta di corazziere d’area che non abbassa mai la guardia e, quando serve, randella. 6
Ramos: è l’anello debole della difesa. Cassano lo sa e lo guata. Lui si difende a suon di bastonate. La litigata con Aragones deve aver prodotto qualche effetto perchè difende meglio di altre volte e prende un bel po’ di palloni. E nel finale tenta l’avventura sotto porta. 5,5
Silva: quando va in percussione sono dolori per tutti. Passano gli anni ma questo peperino del Valencia condisce le sue partite con classe, grinta e scelta del tempo. Nella parte dell’eterno rompiscatole, da destra o sinistra, è un campione. E sfiora anche il gol. 7
Xavi: maratoneta con spunto brllante quando vede l’area di rigore. Non si prende confidenze, lavora di lima da buon operaio specializzato. Bada alla sostanza e ad evitare falle nella sua metà campo e taglia a fette la zona del campo dove naviga Aquilani. 5,5
Senna: è la miglior sintesi fra sangue brasiliano e cuore spagnolo. Chi ricorda Leo Junior? Rieccolo made in Spagna: tutto sostanza, qualità e gran tiro da fuori. Stecca subito Cassano per fargli intendere l’aria. In tal senso esemplare. E regge il ritmo fino in fondo. 7
Iniesta: si adatta al gioco sulle fasce laterali. Svaria da una zona all’altra con molta freschezza atletica: abile nel capire dove infilare la sua verve, si scambia spesso con Silva e produce qualche grattacapo in più ai difensori di fascia. Anche se qualche volta è impreciso. 6
Villa: punge ma non fa male. Lavora con astuzia talvolta fuori regola. Pronto ad infilarsi nei varchi della difesa, incrocia spesso un piede di troppo a toglier l’illusione della via al gol. Dovrebbe essere il pericolo numero uno, ma è meno reattivo rispetto a qualità e abitudini. 5
Torres: eterno pendolo dell’attacco, non ti lascia vivere in pace. Diavolo quando sbuca da sinistra, la sua meta preferita ad infilare Grosso. Quando fa partire il tiro tien sempre con l’animo in sospeso. Ma la mira è sballata, non morde e allora se ne va negli spogliatoi. 5
Le riserve: SANTI CAZORLA (dal 14’ st) 5,5. Gioca a sinistra, recupera palloni,
sembra uno di quelli che ha il pepe addosso, ma poi non sa cosa farne.
FABREGAS (dal 14’ st) 6. Cerca di proporre sostanza e qualità. Fatica a
venir fuori dalla ragnatela disposta a centrocampo da Aquilani. Quel 10
sulle spalle stavolta non lo rende diverso. Troppo anonimo. Ma l’ultimo
rigore riscatta la sua serata.
GUIZA (dal 39’ st) 5. Furbetto prova ad ingannare Buffon con un colpo di mano. Si infila tra le linee difensive azzurre, trova poco spazio e poco da mordere. Ed è l’unico spagnolo a sbagliare dal dischetto.
All. Aragones: la squadra non ha mai acceso il turbo, forse troppo timorosa dalla tradizione. Dispone il centrocampo con poca fantasia ed altrettanta ne usa per i cambi. Partendo da favorito, abdica al ruolo e si adegua ad una sfida dove cercare l’occasione cinica più che provare a costruire il successo. 6
Arbitro. Fandel: Gestisce con personalità e abilità. Non cade nei tranelli proposti dagli spagnoli che volevano falli facili. Attento sugli interventi decisi.
Lascia giocare, non fa il protagonista, spiega a Villa che non deve fare il furbetto e gli rifila un’ammonizione. Arbitro preciso, attento, quello che tutti vorrebbero, soprattutto perchè il match non ha proposto problemi scabrosi. 7- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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