Pakistan, assassinata Benazir Bhutto Scontri e disordini in tutto il Paese 

Un kamikaze ha sparato in testa all'ex premier poi si è fatto saltare in aria. Al Qaida rivendica, il marito accusa il governo. Musharraf pensa al rinvio del voto. I sostenitori della Bhutto in piazza: 4 morti. Allarme rosso per le forze di sicurezza. GUARDA IL VIDEO DELL'ATTENTATO

Pakistan, assassinata Benazir Bhutto 
Scontri e disordini in tutto il Paese 

Rawalpindi - Uccisa da un kamikaze dopo un comizio elettorale. Benazir Bhutto è morta dopo il gravissimo attentato di Rawalpindi. La leader del Ppp è stata ricoverata in ospedale per un disperato tentativo di salvarle la vita, ma non ce l'ha fatta: è morta durante l'operazione. Alla Cnn, il marito Asif Ali Zardari ha dichiarato che sono stati sparati cinque colpi contro la macchina dell'ex premier e che un proiettile l’ha colpita al collo. Subito dopo un'esplosione ha scosso la città provocando 35 morti.

Cinque colpi di kalashnikov Secondo la ricostruzione della polizia, riferita dalla televisione pachistana Dawn, due attentatori su una moto si sono avvicinati all’auto di Benazir Bhutto e hanno sparato almeno cinque colpi con un fucile mitragliatore Ak47, colpendo la leader dell’opposizione alla nuca. I due si sono poi fatti esplodere poco lontano e i soccorsi hanno tardato a raggiungere l’auto della Bhutto perché temevano un’altra esplosione.

Attacco kamikaze Secondo l’emittente televisiva del Qatar al Jazeera la leader del Partito del popolo pakistano (Ppp) sarebbe stata uccisa da un kamikaze che, prima di farsi saltare in aria, avrebbe colpito la leader politica alla testa con colpi d'arma da fuoco. Fonti giornalistiche di Islamabad temono che siano morti anche altri tre leader del suo partito: Zumarad Khan, Shert Rehman e Rehman Malik.

Opposizione in piazza L'altro capo dell'opposizione (ed ex premier) Nawaz Sharif ha promesso oggi ai pachistani di "portare avanti la loro guerra". Sharif, visibilmente molto provato, si è rivolto alla folla ammassata di fronte all’ospedale di Rawalpindi. "Vi prometto che guiderò la vostra guerra d’ora in poi" ha gridato ai sostenitori dell’ex primo ministro e alle numerose altre persone, molte delle quali non sono riuscite a trattenere le lacrime. "Condivido il vostro dolore e il vostro dispiacere, con la nazione intera". Sharif ha aggiunto che Bhutto "era anche mia sorella" promettendo di vendicare la sua morte. 

Sostenitori in rivolta I sostenitori della Bhutto, radunatisi intorno all’ospedale di Rawalpindi, hanno iniziato a intonare slogan contro il presidente Pervez Musharraf. "Cane, Musharraf cane" hanno urlato in preda alla rabbia. I più esagitati hanno sfondato la porta in vetro all’ingresso principale del reparto di terapia intensiva, altri sono scoppiati in lacrime. Nelle ultime ore si sono moltiplicate le manifestazione di protesta e gli atti di violenza nel Paese. A Peshawar la polizia ha disperso a colpi di bastone e con il gas lacrimogeno una manifestazione. Più di un centinaio di persone avevano bloccato la via principale della città, intonando slogan contro Musharraf. Altre manifestazioni si sono svolte nella città di Multan, dove un centinaio di sostenitori del Ppp hanno bruciato pneumatici e bloccato la circolazione. I commercianti locali hanno annunciato che osserveranno tre giorni di lutto. I negozi hanno chiuso anche a Karachi, il feudo politico della Bhutto. A Jacobabad, la città del primo ministro pachistano di transizione Mohammedmiam Soomro, nel Sud del Paese, il principale tribunale e altri edifici sono stati incendiati. La folla ha appiccato il fuoco anche in alcuni negozi. Nella regione di Karachi quattro poliziotti sono stati feriti con colpi di armi da fuoco, e una ventina di case sono state incendiate. Un primo bilancio parla di quattro vittime nei disordini.

Allarme rosso Le forze paramilitari pachistane sono state messe in allarme rosso a causa delle violente proteste. "Abbiamo messo il paese in allarme rosso. Abbiamo schierato le forze paramilitari nelle province così possiamo assicurare pace e stabilità" ha detto un portavoce del ministro dell’Interno Javed Cheema.

Al Qaida rivendica È stato il numero due di Al Qaida Ayman Al Zawahiri a ordinare l’uccisione del capo dell’opposizione in Pakistan Benazir Bhutto. È quanto ha dichiarato il principale portavoce dell’organizzazione terroristica Sheikh Saeed in un colloquio telefonico, da una località sconosciuta, con Aki Adnkronos International. "Abbiamo eliminato il più importante asset nelle mani degli americani" ha detto lo sceicco ad Aki. Secondo Sheikh Saeed, l’assassinio è stato realizzato da militante della cellula terroristica Lashkar-i-Jhangvi del Punjab.

Il marito: "E' stato il governo" "È opera del governo": questa la prima dichiarazione alla televisione indiana Cnn-Ibn del marito di Benazir Bhutto, Asif Ali Zardari, poco prima di partire da Dubai, dove una parte della famiglia vive in esilio, alla volta del Pakistan.

Musharraf pensa al rinvio delle elezioni Il presidente pachistano Pervez Musharraf ha riunito il suo gabinetto per un incontro urgente sulla situazione, dopo l’assassinio oggi della leader

dell’opposizione. Lo riferisce la televisione pachistana. La televisione ha detto che in questa occasione il presidente potrebbe decidere di rinviare le elezioni previste per l’8 gennaio. Poi ha esortato il Paese alla "pace".

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