Lahore - Un commando di terroristi armati di mitra e granate ha assalito stamani il pullman della nazionale di cricket dello Sri Lanka a Lahore, in Pakistan, uccidendo almeno otto pachistani e ferendo sei atleti cingalesi e un aiuto allenatore britannico. La polizia ha circondato una zona commerciale della città, dove si pensa che si siano rifugiati gli attentatori. "Sono gli stessi terroristi che hanno attaccato Mumbai - ha commentato a caldo il governatore della provincia del Punjap, Salman Taseer, di chi Lahore è capitale -. Sono criminali addestrati. Non sono gente comune".
I terroristi forse di etnia pashtun Il capo della polizia del Punjab, Khaled Faruk, ha detto che i terroristi "sembrano essere pahstun", l’etnia che popola le zone tribali del nordest al confine con l’Afghanistan, roccaforte dei ribelli taleban.
Attacco vicino allo stadio L’attacco è avvenuto nei dintorni dello stadio Gaddafi di Lahore, dove la nazionale cingalese doveva giocare la terza giornata di un torneo con la rappresentativa pachistana. Gli atleti dello Sri Lanka erano stati invitati in Pakistan dopo che la nazionale indiana aveva cancellato una serie di gare a seguito degli attentati di Mumbai. All’arrivo presso lo stadio del pullman dei cingalesi, scortato dalla polizia, un commando di una dozzina di persone ha cominciato a sparare contro il corteo con mitra khalashnikov e a lanciare granate. Sei poliziotti sono rimasti uccisi nella sparatoria e ci sarebbero anche due civili pachistani rimasti vittime del fuoco dei terroristi.
La fuga dei terroristi Terminato il blitz i terroristi sono fuggiti in un vicino quartiere di negozi. Sei giocatori cingalesi e un aiuto allenatore britannico, Paul Farbrace, sono rimasti feriti, non si sa se da proiettili o dalle schegge di vetro dei finestrini. Due atleti, Thilan Samaraweera e Tharanga Paranavithana, sono stati trattenuti in ospedale, gli altri sono stati dimessi. Il torneo è stato sospeso e la nazionale cingalese cerca ora di rientrare in patria al più presto.
Il commando: 12 persone Secondo quanto riferito dal capo della polizia di Lahore, Haji Habibur Rehman, il commando era composto da 12 giovani, tutti intorno ai vent’anni e con la barba. Per Rehman avevano le sembianze di pashtun, il che lascia supporre che si trattasse di talebani provenienti dalla Provincia della frontiera nordoccidentale. Il commando era diviso tra più veicoli, tra cui risciò, da dove avrebbero sparato anche un lanciarazzi, che però ha mancato l’obiettivo. Dopo l’assalto, il commando ha lasciato dietro di sé zaini pieni di pistole, bombe a mano e fucili d’assalto AK 47.
L'ambasciatore italiano L’attentato indica "un’escalation del terrorismo". Lo ha dichiarato l’ambasciatore d’Italia in Pakistan Vincenzo Prati ai microfoni di Sky Tg24. Il fatto che i terroristi abbiano colpito una delle più grandi città pachistane, e "non solo la regione a cavallo con la frontiera dell’Afghanistan", rappresenta per l’ambasciatore italiano un chiaro segnale di una forte ripresa del terrorismo.
"Il messaggio è chiaro: vogliono spaventare i visitatori stranieri e scoraggiarli dal venire in Pakistan", ha osservato ancora l’ambasciatore Prati ricordando che gli atleti dello Sri Lanka erano tra i pochi ad aver accettato di partecipare al torneo di cricket in corso in Pakistan, nonostante i problemi di sicurezza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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