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Il PalaExpò riapre e scopre il gusto Quello di Colonna
Nella serra progettata da Desideri un ristorante che coniuga arte e alta cucina
Nella serra progettata da Desideri un ristorante che coniuga arte e alta cucina
Il Palazzo delle Esposizioni si prepara a riaprire allinsegna del gusto. La seconda vita dellimmensa struttura espositiva di via Nazionale, i cui tempestosi lavori sono ormai in dirittura darrivo - la riapertura ufficiale è prevista per il 5 ottobre con le mostre di Mark Rothko, Stanley Kubrick e Mario Ceroli, ma i romani potranno già prendere confidenza con la struttura l8 settembre in occasione della Notte bianca, quando si presenterà «nuda» -, prevede infatti un grande spazio dedicato a una ristorazione di qualità, affidata a una firma storica dellalta cucina romana, Antonello Colonna. «Open Colonna» si chiamerà il ristorante, presentato ieri nel corso di una conferenza stampa dallo stesso chef, dal direttore generale dellazienda speciale Palaexpò Rossana Rummo e dal presidente Giorgio Van Straten.
Il ristorante è una novità nella novità: troverà spazio, infatti, nellaffascinante spazio serra progettato dallarchitetto Paolo Desideri, un segno architettonico suggestivo ed emotivo, unidea che era già nel progetto originario del Palaexpò di Pio Piacentini - che aveva anche lo scopo di suturare ledificio con la retrostante via Piacenza -, ma che è sempre rimasta inespressa nei tanti decenni di vita del grande edificio bianco di via Nazionale.
Dunque anche a Roma, come accade già da tempo nelle grandi città darte mondiali, la grande cucina espugna gli spazi dellarte, finora confinati a una ristorazione di retroguardia, costosa e di bassa qualità. Il ristorante della serra sarà uno spazio allinsegna della flessibilità nellorario, nella proposta gastronomica e negli spazi. Due gli ingressi dello spazio, uno interno per i visitatori delle mostre e uno da via Piacenza per chi viene da fuori. Due i piani occupati, gli ultimi, un primo livello più grande con terrazza e un secondo livello per un totale di 500 metri quadri e per un totale di circa 300 coperti. E due anche le aree, il ristorante vero e proprio e la cosiddetta «area incontro», dove sarà possibile consultare volumi darte e cultura del cibo e degustare un aperitivo.
Il ristorante «Open Colonna» (aperto a pranzo dalle 11 alle 15,30 e a cena dalle 18,30 alle 22, mentre larea incontro sarà aperta anche negli intervalli) sarà ispirato alla filosofia del vulcanico chef di Labico, che elabora la cucina romana. I visitatori del Palazzo delle Esposizioni potranno assaggiare alcuni dei migliori piatti del «repertorio» di Colonna (tra cui quello che lo ha reso celebre, il Cacio e pepe) in forma accessibile anche dal punto di vista economico a un pubblico più vasto del piccolo locale di Labico. «Quello è il mio atelier - spiega Colonna con la consueta franchezza - che ha solo una ventina di coperti e chi viene ha voglia di fare una vera esperienza gastronomica. Al PdE punteremo sui numeri, senza però modificare il mio standard qualitativo, che è sempre alto». Quindi chi si recherà da «Open Colonna» potrà consentirsi di assaggiare i piatti di uno dei più grandi chef italiani senza preoccuparsi troppo del portafogli e gustando in sovrappiù latmosfera di un luogo unico. «La luce che si gode dalla serra - promette Colonna - è la più bella di Roma».
Entrambi gli spazi, «Open Colonna» e area incontro, saranno utilizzabili anche per lorganizzazione di eventi pubblici e privati.
Il ristorante è una novità nella novità: troverà spazio, infatti, nellaffascinante spazio serra progettato dallarchitetto Paolo Desideri, un segno architettonico suggestivo ed emotivo, unidea che era già nel progetto originario del Palaexpò di Pio Piacentini - che aveva anche lo scopo di suturare ledificio con la retrostante via Piacenza -, ma che è sempre rimasta inespressa nei tanti decenni di vita del grande edificio bianco di via Nazionale.
Dunque anche a Roma, come accade già da tempo nelle grandi città darte mondiali, la grande cucina espugna gli spazi dellarte, finora confinati a una ristorazione di retroguardia, costosa e di bassa qualità. Il ristorante della serra sarà uno spazio allinsegna della flessibilità nellorario, nella proposta gastronomica e negli spazi. Due gli ingressi dello spazio, uno interno per i visitatori delle mostre e uno da via Piacenza per chi viene da fuori. Due i piani occupati, gli ultimi, un primo livello più grande con terrazza e un secondo livello per un totale di 500 metri quadri e per un totale di circa 300 coperti. E due anche le aree, il ristorante vero e proprio e la cosiddetta «area incontro», dove sarà possibile consultare volumi darte e cultura del cibo e degustare un aperitivo.
Il ristorante «Open Colonna» (aperto a pranzo dalle 11 alle 15,30 e a cena dalle 18,30 alle 22, mentre larea incontro sarà aperta anche negli intervalli) sarà ispirato alla filosofia del vulcanico chef di Labico, che elabora la cucina romana. I visitatori del Palazzo delle Esposizioni potranno assaggiare alcuni dei migliori piatti del «repertorio» di Colonna (tra cui quello che lo ha reso celebre, il Cacio e pepe) in forma accessibile anche dal punto di vista economico a un pubblico più vasto del piccolo locale di Labico. «Quello è il mio atelier - spiega Colonna con la consueta franchezza - che ha solo una ventina di coperti e chi viene ha voglia di fare una vera esperienza gastronomica. Al PdE punteremo sui numeri, senza però modificare il mio standard qualitativo, che è sempre alto». Quindi chi si recherà da «Open Colonna» potrà consentirsi di assaggiare i piatti di uno dei più grandi chef italiani senza preoccuparsi troppo del portafogli e gustando in sovrappiù latmosfera di un luogo unico. «La luce che si gode dalla serra - promette Colonna - è la più bella di Roma».
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