Il Municipio 1 traslocherà nel cinquecentesco Palazzo Calchi Taeggi di corso di Porta Vigentina 15. Era in origine il monastero di San Bernardo, fino al 1506 di monache benedettine governate dai Padri Cistercensi di Chiaravalle e poi di monache domenicane. Nel prossimo futuro tra le sale si sentiranno invece riecheggiare liti tra i partiti e ordini del giorno. Tant'è, il percorso iniziato con la firma di un protocollo d'intesa un anno fa ha preso forma e ora ci sono progetti e tempistiche. La sede della Zona 1 ha già traslocato (di poco) dal Secondo Arengario di piazza Duomo, liberato per far partire il raddoppio del Museo del '900, a via Dogana. E l'assessore al Demanio Emmanuel Conte ha presentato giorni fa al Consiglio di Municipio lo studio di fattibilità tecnico-economico predisposto da Adm-Agenzia delle Entrate e dei Monopoli per la riqualificazione di Palazzo Calchi Taeggi. L'edificio di proprietà comunale sarà riqualificato e coprirà interamente le spese Adn, che ne occuperà una porzione per i propri uffici. Ci sarà spazio anche per biblioteca, Cam, un auditorium e altre funzioni culturali e formative. Il progetto (non ancora definitivo) è stato realizzato dall'architetto Renato Ferrari dello Studio FZ. Per la totale ristrutturazione la spesa si aggirerà intorno ai 13,6 milioni. Adm coprirà l'intervento e pagherà al Comune una concessione d'uso per 18 anni. Il Comune occuperà quattro copri cielo-terra dell'edificio di 6mila mq, e i due enti saranno indipendenti e con ingressi ben distinti: Adm da Porta Vigentina e il Comune da Porta Romana. Gli unici spazi in condivisione saranno la corte centrale e il giardino antistante i resti della chiesa di San Bernardo. L'attuale scuola materna rimarrà al proprio posto. Al piano terra ci saranno i servizi aperti al pubblico come biblioteca e sportelli del Municipio 1, al primo piano Cam e centro anziani, al secondo piano la palestra e al terzo la sala consiliare del Municipio 1 al terzo piano, non più con affaccio sul Duomo ma con cannocchiale visivo sulla città. Sarà valorizzato il verde del chiostro centrale (fra le piante c'è un magnifico glicine), lasciandolo fruibile ma protetto con vetrate lungo il portico. Previsti pannelli fotovoltaici e un intervento per valorizzare i resti della chiesa del XVI secolo, crollata nel 1971, restano solo le cappelle di una navata. I cantieri saranno aperti in due fasi e si concentreranno nei mesi estivi.
La fase di progettazione finale e autorizzazione durerà un anno, poi 31 mesi di lavori (circa due anni e mezzo). «Con una valorizzazione a costo zero il Comune avrà nel proprio portafoglio il bene riqualificato e restituito ai milanesi entro la fine del mandato» sottolinea l'assessore Conte.
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