Palazzo Ducale Spa, conti di un fallimento

Anche Palazzo Ducale è un colabrodo, una macchina mangiasoldi. Il Comune riesce ad andare a picco anche con il simbolo della cultura, quello che dovrebbe essere il fiore all’occhiello della città. Un anno e otto mesi sono bastati a decretare il fallimento del centrosinistra e delle sue scelte in campo politico-culturale. La società per azioni «Palazzo Ducale» così fortemente voluta dall’ex sindaco Giuseppe Pericu ha visto il proprio capitale sociale passare da 1,5 milioni di euro a 260mila euro. Un tracollo dovuto a scelte gestionali evidentemente disastrose e in grado di costringere il Comune a votare un’immediata riduzione del capitale sociale così come previsto dalla legge.
Alberto Gagliardi, vice presidente del consiglio comunale, è rimasto sconvolto ieri nel corso della commissione chiamata a esaminare i conti in profondo rosso. «Purtroppo è la riprova più pesante per la città degli errori commessi dal centrosinistra - sottolinea l’esponente di Forza Italia -. D’altra parte avevamo sempre contrastato la voglia matta di costituire una Spa per quello che dovrebbe essere unicamente un ente culturale. Non si può fare reddito e speculazione su certe cose, così come sul sociale. Invece hanno sempre cercato di privatizzare la politica culturale salvo poi pubblicizzare le perdite. Sì, perché ora questi conti ricadono sui cittadini. E adesso si dovrà trasformare questa Spa in una Fondazione».
Un concetto riassunto in pochi minuti, che però ha portato via oltre due ore e mezzo di acceso dibattito in commissione. Dalle 14 alle 17.30 i consiglieri di Tursi hanno cercato di capire cosa possa essere accaduto alla Palazzo Ducale, capofila delle iniziative (e dei finanziamenti) del 2004 e delle scelte culturali della città. Gagliardi è soddisfatto per avere almeno ottenuto il riconoscimento delle proprie ragioni da parte della maggioranza. «Per carità, le colpe sono della precedente amministrazione, che però resta pur sempre politicamente identica a questa - sottolinea l’ex sottosegretario azzurro -. E in commissione questa maggioranza ha ammesso che non si poteva portare la pratica all’approvazione del consiglio comunale già questo martedì, così come ci è stata illustrata.

Abbiamo avuto sotto mano una paginetta che avrebbe avuto la pretesa di riassumere e chiarire dove sono finiti tutti i soldi persi in questi venti mesi. Cifre e spiegazioni incomprensibili, che la stessa maggioranza ha chiesto di precisare meglio. Se ne riparlerà tra una settimana in commissione. E poi, semmai, in consiglio comunale il 27 novembre».

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