In mostra a Palazzo Reale (fino al 7 giugno) alcune opere di Alberto Martini, accanto a 240 dipinti, sculture e disegni creati dagli altri artisti che si possono considerare il simbolo del Futurismo. Lesibizione ripercorre inizialmente le tappe artistiche della cultura lombarda di fine '800: con Alberto Martini si rivive un simbolismo visionario e misterioso. Il rapporto di Martini (Treviso 1876 - Milano 1954) con la letteratura, invece, è racchiuso tra le pagine del volume «La Divina Commedia illustrata da Alberto Martini», presentato da Marco Carminati (Il sole 24 ore) e Carlo Sisi (Università degli Studi di Siena) alla conferenza in Mondadori. Alberto Martini nutriva una passione viva per Dante e per il suo capolavoro poetico resa evidente dai disegni: 297 opere in bianco e nero che l'artista realizzò riflettendo sulla «Commedia», creando raffigurazioni fantastiche e surreali dei canti danteschi. Martini esplora, accompagnato da un grande maestro, l'invisibile, il regno dei morti e quello della luce inoltrandosi in tematiche dove il sogno è protagonista. Celebre anche per le sue tavole illustrative ai racconti di Edgar Allan Poe, Martini esegue il primo ciclo di 19 disegni a penna acquerellati per l'edizione illustrata de La Divina Commedia nel 1901. Porterà avanti questo lavoro fino al 1944.
Come afferma Carlo Sisi: «Le illustrazioni variano perché iniziano nel 1901, in un clima che vedeva il trionfo della cultura simbolista, e si evolvono nello stile fino al '44 in un clima completamente differente, quello della cultura fra le due guerre, e quindi una cultura che era stata connotata dal tema del ritorno all'ordine».Valentina CaveraPalazzo Reale Alberto Martini il Futurismo nella «Commedia»
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