Economia

Le pale di Falck sono le più grandi del Regno Unito

Si inaugura oggi in Galles il più vasto parco eolico britannico. Investiti 75 milioni di euro. I progetti in Iran

da Milano

Obiettivo: mille megawatt di impianti eolici entro il 2008. Da raggiungere attraverso una serie di nuove centrali sparse in Italia, Gran Bretagna, Francia e Spagna. E proprio ieri Federico Falck, presidente del gruppo che ha abbandonato la siderurgia per dedicarsi alla produzione di energia, ha inaugurato un nuovo parco eolico da 58 Mw nel Galles.
La centrale, che ha richiesto un investimento di 75 milioni di euro, permetterà di soddisfare i fabbisogno di oltre 40mila famiglie e coprirà il 20% dell’intera energia eolica prodotta in Gran Bretagna.
La produzione di energia da fonti rinnovabili è il nuovo core business della Falck che opera attraverso due società: Actelios (quotata in Borsa nel segmento Star) e Falck Renewables. Il gruppo ha fatturato lo scorso anno 141,5 milioni di euro attraverso due termovalorizzatori (a Trezzo sull’Adda e a Granarolo in Emilia), due centrali a biomasse, tre impianti eolici in Spagna, uno in Galles e uno in Scozia. Falck, inoltre, dispone ancora di due stabilimenti per la lavorazione dell’acciaio. La sola Actelios ha registrato nel 2004 ricavi netti per oltre 71 milioni di euro.
In Italia, la controllata Falck Renevables, ha in corso di avanzato sviluppo progetti eolici per diverse centinaia di megawatt in gran parte localizzati in Calabria, Sicilia e Sardegna. Sul fronte dell’energia da fonti rinnovabili sono inoltre in stato di avanzamento tre progetti in Sicilia per quanto riguarda la produzione di energia da termovalorizzazione, ottenuta dall'incenerimento di rifiuti non riciclabili. Attraverso un finanziamento complessivo di un miliardo di euro, che consentirà di ridurre le discariche presenti nell'isola da 530 a 8, Falck parteciperà per una quota del 50% dei fondi disponibili alla realizzazione di tre impianti di termovalorizzazione che daranno una potenza di 150 Mw.
«L’Italia è un Paese difficile, ma abbiamo scelto di restarci e di rendere proficua la nostra presenza - ha detto Federico Falck - In Gran Bretagna abbiamo fatto un project financing, discusso con le amministrazioni l’impatto ambientale, sotto ogni aspetto e poi abbiamo realizzato l’impianto. Nel nostro Paese abbiamo progetti nell’eolico in Sardegna, Puglia e Calabria, ma dovranno essere riposizionati dopo il cambiamento delle amministrazioni. Ci siamo resi conto che all’estero il rapporto tra opinione pubblica e investitori e più lineare: si affrontano i problemi e si risolvono, come in Scozia. In Italia è tutto più complicato, bisogna avere pazienza e tenacia».
Ma in Sardegna la nuova amministrazione ha bloccato tutto, facciamo notare.
«Se si instaura un rapporto, qualcosa arriva, dovremo rivedere i progetti», ha risposto con filosofia Falck.
All’orizzonte c’è poi un importante progetto in Iran, che aprirebbe al gruppo l’ingresso nelle centrali termoelettriche: nel luglio dello scorso anno è stata costituita la Falck Energy Iran per lo sviluppo di una centrale da 900 Mw a ciclo combinato: «L’Iran è un Paese ad alta scolarità che punta ad essere una potenza regionale. È un Paese sorprendente per le prospettive di sviluppo e noi vogliamo partecipare nel settore elettrico - ha detto Falck - Dopo le elezioni presidenziali che si svolgono in questi giorni in quel Paese, proseguiremo nello studio di fattibilità».
E sarebbe il primo grosso impegno nel termoelettrico.

In Europa, infatti, la Falck punta solo sulle energie rinnovabili, che richiedono investimenti limitati e danno buoni rendimenti.

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