PalermoTorna lincubo spazzatura e per strada si riaccendono i roghi, segno tangibile dellesasperazione dei cittadini. E così il Regno delle due Sicilie, rischia di riunirsi sotto il segno dei rifiuti. Palermo come Napoli.
Ieri trenta incendi sono stati appiccati ai cassonetti disseminati per strada. Praticamente in tutta la città e negli immediati dintorni: a Partanna, Mondello, all'Uditore, da oltre 10 giorni non viene effettuata la raccolta per le difficoltà economiche dell'azienda comunale Amia schiacciata dal deficit, nonostante il Comune nell'ultimo anno abbia aumentato del 175% la Tarsu, oggi tra le più alte d'Italia.
La grave situazione di questi giorni che ripropone il doloroso periodo che ha preceduto l'estate, arriva proprio mentre la commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite nel ciclo dei rifiuti finisce di radiografare la situazione nella Sicilia orientale. Il presidente, il senatore del Pdl Gaetano Pecorella, che meno di due settimane fa era stato a Palermo per un primo ciclo di audizioni, nel tracciare un'analisi complessiva non lascia dubbi. «In Sicilia c'è un'emergenza rifiuti significativa - ammette -, le capacità di raccolta delle discariche stanno per esaurirsi, Ato e comuni sono in difficoltà economiche, con un debito complessivo di un miliardo di euro e nell'isola non ci sono termovalorizzatori. Adesso è indispensabile il piano dei rifiuti, senza programmazione cè il rischio Campania».
La situazione è grave, e il governatore Raffaele Lombardo avanza sospetti su come ci si è arrivati, parla di «emergenza gonfiata e sgonfiata ad arte»: «Da quando è saltata la gara per la costruzione dei termovalorizzatori dichiarata illegittima dall'Unione europea - incalza il governatore - e dopo avere avviato un contenzioso con le stesse, di punto in bianco è venuta l'emergenza dei rifiuti». Lombardo la ritiene un mezzo di pressione per arrivare alla nomina di un commissario straordinario per realizzare il termovalorizzatore: «Noi abbiamo ridotto gli Ato a 9, vogliamo ridiscutere il piano dei rifiuti e trovare un sistema di smaltimento adeguato non a interessi esterni alla Sicilia, bensì al popolo siciliano».
L'emergenza rifiuti è più che una situazione al collasso. Sta diventando molto rischiosa. Perché la pratica di incendiare i cassonetti è estremamente pericolosa per l'ambiente e soprattutto per la salute. L'incenerimento fai-da-te di una sola tonnellata di rifiuti urbani indifferenziati produce enormi quantità di diossina, con picchi che superano i mille microgrammi per tonnellata. Un valore altissimo che può causare gravi patologie, contaminare acqua, suolo e aria, avvelenando coltivazioni e allevamenti.
E il problema non riguarda solo Palermo. A Riposto, paese del Catanese, lassessore Mario Calderone, per dare un segnale, ha avviato una personale ronda anti spazzatura, prendendo di mira chi scarica rottami e rifiuti ingombranti per strada.