Palermo, rivivono i fasti della Palazzina cinese

Riaperta al pubblico dopo un restauro lungo 24 anni la celebre dimora dal gusto esotico voluta da Ferdinando di Borbone per trascorrere gli amari giorni dell’esilio. Visite gratuite sino al 27 gennaio

Palermo, rivivono i fasti della Palazzina cinese

Palermo - Era il “giocattolo” preferito di Ferdinando di Borbone, re di Napoli. Una costruzione bizzarra, dal gusto esotico, a due passi dalla Real tenuta della Favorita, all’insegna della moda orientaleggiante che impazzava in Europa e che arrivò anche a Palermo, città che tra Settecento e Ottocento era tra le mete dei grandi viaggiatori. Un gioiello, la Palazzina cinese, che per ben 24 anni è stata ridotto a poco più che un mausoleo. Un gioiello che dopo un quarto di secolo di restauri, finalmente, torna fruibile a studiosi e turisti, svelando finalmente tutte le sue meraviglie da troppo tempo negate.

L’inaugurazione. Ha riaperto i battenti la Casina cinese, capolavoro ideato dal re per trascorrere i tristi giorni dell’esilio e progettato dall’architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia. Il taglio del nastro, presenti studiosi e autorità, è arrivato grazie ad un restauro lungo e complesso, portato avanti dalla Sovrintendenza ai Beni culturali, costato nel tempo cinque milioni di euro del Por. “E’ una giornata storica per la Sicilia – ha commentato l’assessore regionale ai Beni culturali, Antonello Antinoro – perché dopo 24 anni di chiusura restituiamo al mondo un gioiello che ha versato per anni in condizioni di degrado e che finalmente mostra al pubblico i suoi antichi splendori. Stiamo lavorando per realizzare percorsi culturali che idealmente si snodino in tutta la Sicilia. La Casina cinese, ovviamente, sarà la protagonista di uno di questi”.

Le meraviglie. La Palazzina cinese costituisce un unicum nel suo genere. E contiene alcune perle davvero inusuali, in stile pompeiano e orientaleggiante. A cominciare dalla cosiddetta “tavola matematica”, una tavola da pranzo che grazie a un ingegnoso quanto complesso sistema di “saliscendi” automatico consentiva di cambiare portate e piatti senza la presenza dei domestici. Splendide pure la “camera da letto del re”, con i soffitti decorati con pavoni e personaggi cinesi variopinti, la “sala delle rovine”, l’appartamento della regina Maria Carolina con le due stanze di ricevimento e la “sala da ballo” in stile Luigi XVI, che si trova al seminterrato. 

Le visite.

Per festeggiare la riapertura al pubblico dopo 24 anni per un mese, sino al prossimo 27 gennaio, la Palazzina cinese potrà essere visitata senza pagare alcun biglietto. Dopo, almeno secondo i programmi, si darà il via a un sistema di visite a pagamento.  

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