Claudio De Carli
nostro inviato a Parma
Il vero problema di Francesco Guidolin è spiegare al suo presidente come mai il Palermo non vincerà il campionato. Ieri, al termine di una partita modesta, con un giro di parole ha tentato di farlo davanti ai microfoni delle televisioni e ai taccuini dei cronisti, dicendo che la gente non è stupida: «Inutile vedere cose che non esistono, Inter e Roma sono unaltra cosa e hanno altri obiettivi rispetto a noi». Sembrava quasi disteso mentre parlava indirettamente a Maurizio Zamparini, come quei bambini che mettono le mani nel barattolo e appena scoperti trovano subito la forza di confessare la loro golosità. E poi si sentono inevitabilmente più grandi.
Il suo obiettivo, dichiarato e molto più probabile, è quello di migliorare il suo piazzamento in Sicilia. Ieri il Palermo, a organico praticamente completo, ha fatto capire che se gli episodi non lo aiutano, la squadra diventa una del gruppo, e se Amauri non segna, il sole sullisola tramonta prima. Solo nel finale, con lingresso di Caracciolo al posto dellevanescente Di Michele, il Palermo ha sfiorato realmente il gol.
Caracciolo su punizione a due toccata da Simplicio ha costretto Bucci a un volo plastico allincrocio dei pali al 45 esatto del secondo tempo, e al terzo minuto di recupero ha colpito di testa una palla che ha lisciato la rete esterna. Guidolin ha giustificato la tardiva decisione del suo ingresso spiegando che in fondo fino a ieri il Palermo vinceva sempre, o quasi sempre si è corretto, quindi non sentiva lesigenza di una seconda punta da affiancare ad Amauri. In realtà Caracciolo ha spostato lequilibrio nella metà campo emiliana, ha tolto uno dei marcatori che stavano stressando Amauri, e alla fine ha lasciato la sensazione che un Palermo più sfacciato avrebbe potuto anche portare a casa tre punti: «Ma io sono contento così», ha chiuso Guidolin che fra campionato, coppa Uefa e coppa Italia, era in crisi nerissima da quattro partite, con la legnata mortificante di domenica scorsa al Barbera contro unInter che può aver diviso in due la stagione rosanero. Dopo il grande risveglio, Guidolin si è reso conto che un punto al Tardini non era poi questa sciagura e in fondo muoveva la classifica. Dietro non ha mai corso serissimi rischi perché Muslimovic si è battuto come un orso su ogni pallone ma da solo non ha potuto far fessi Zaccardo e Barzagli, sebbene minati dalla presenza di Dellafiore. Lex interista ha aperto le sue disgrazie al 6 quando ingenuamente ha tentennato su un pallone in cui era in netto anticipo nel cerchio di centrocampo, poi nel tentativo di tamponare ha lasciato via libera a Muslimovic che spostato sulla destra di Fontana ha lasciato partire un rasoterra che il portiere ha messo in angolo. Tutte le azioni pericolose del Parma sono partite dalla sua fascia. Poi nella ripresa Dellafiore si è ripreso, ma lidea è stata anche che il Parma avesse lavorato molto e fosse un po sulle ginocchia. In realtà nel secondo tempo Fontana ha dovuto intervenire due sole volte, la prima in uscita bassa e molto efficace per bloccare un cross di Castellini, la seconda per mettere in angolo un diagonale di Pisanu, su azione nata da un rimpallo. Era la mezzora, Pioli a quel punto ha badato anche lui a portare a casa qualcosa dopo tre sconfitte consecutive in campionato.
Guidolin adesso sembra rinato, non gli chiedono di bluffare, non deve scalare più gli ottomila e tentare di essere credibile.
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