Cronaca locale

Beccati da Le Iene, ora la guardia di finanza indaga sui "furbetti" del reddito di cittadinanza

Erano stati scoperti dalla iena Ismaele La Vardera che era stata aggredita insieme al suo operatore. Ma ora i due furbetti se la dovranno vedere con la guardia di finanza

Beccati da Le Iene, ora la guardia di finanza indaga sui "furbetti" del reddito di cittadinanza

Ha avuto un seguito il servizio andato in onda su Italia Uno nel corso della trasmissione televisiva Le Iene e realizzato da Ismaele La Vardera. La iena palermitana aveva "beccato" due "furbetti" del reddito di cittadinanza. Che percepivano un assegno mensile (di 500 euro uno, di 638 euro l'altro), ma che in realtà lavoravano in nero in due negozi che affitano bici ai turisti. La guardia di finanza di Palermo ha così sequestrato i due negozi che si trovano in pieno centro storico nel capoluogo siciliano, in via Divisi e in via Parrocchia dei Tartari.

Nei giorni scorsi il servizio aveva avuto una importante eco mediatica. Uno dei due uomini scoperti aveva prima aggredito l'operatore di mediaset procurandogli un tramua cranico per una prognosi di 5 giorni e poi Ismaele La Vardera, colpito con tre schiaffi e un calcio nelle parti intime. Ora si è mossa la guardia di finanza che sta iniziando le indagini contro i due furbetti. Le fiamme gialle dovranno ricostruire la storia delle due imprese, accertando innanzitutto se fossero registrate, in regola con la documentazione e con il pagamento delle tasse. Allo stesso tempo dovranno analizzare gli incartamenti presentati al Ministero o all'Inps dai due e dalle loro famiglie per verificare anche in quel caso che sia tutto regolare e che non siano state fatte dichiarazioni false per aggirare la legge. Solo allora sarà possibile stabilire se e quali reati abbiano commesso i due "furbetti".

L’articolo 7 del decreto legge 4/2019 prevede che "chiunque, al fine di ottenere indebitamente il beneficio di cui all’articolo 3, rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omette informazioni dovute, è punito con la reclusione da due a sei anni”.

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