Coronavirus

Quarantena sì ma con stile: in balcone c'è il Djset che suona

Il balcone diventa lo spazio di confine tra la casa e l'aria aperta e così in tempo di coronavirus, ecco che i palermitani si organizzano scacciare la paura

Quarantena sì ma con stile: in balcone c'è il Djset che suona

La quarantena obbligatoria, il divieto di uscire e lo smart working come unica alternativa al lavoro. E così, l'isolamento al tempo del coronavirus aguzza l'ingegno. Nel primo weekend costretti a restare a casa molti palermitani hanno riscoperto il balcone di casa: tra inni cantati a squarciagola e canzoni suonate alla finestra. Un modo anche solo per esorcizzare la paura. Da nord a sud: da Milano a Torino, da Bologna a Roma, passando per Firenze, Napoli, Palermo, Bari e altri centri piccoli e grandi, a mezzogiorno, tanti italiani si sono affacciati anche solo per un momento alla finestra per applaudire medici, infermieri e tutti coloro che sono in prima linea nella lotta al coronavirus. Ma il flash mob casalingo che ha attraversato lo Stivale è soprattutto musicale, perché in momenti come questi la musica è la migliore compagna di questi giorni, perché metta allegria e scaccia la paura, perché dà sollievo in un momento così difficile.

Non basta solo cantare l'inno nazionale o le canzoni nazionalpopolari. C'è chi ha fatto di più: è il caso di Daniele Cocuzza, che nel balcone di casa ha organizzato un dj set con tanto di computer collegato ad un mixer, casse, amplificatori e microfono. Un annuncio nel pomeriggio di ieri e l'appuntamento virtuale per le 21, poi via alla musica anni '90. È stata sufficiente una connessione e una diretta Facebook perché nel giro di pochi minuti si radunasse prima una piccola folla dai balconi dirimpettai, poi nel mondo virtuale: cento, mille e diecimila persone collegate, fino ad arrivare a 45mila persone connesse per ascoltare per un'ora la musica mixata da un dj che alla discoteca classica ha dovuto optare per il balcone di casa. Dodici ore dopo il video ha già fatto un milione di visualizzazioni. Nel primo sabato sera di questa insolita quarantena la gente aveva il bisogno di muoversi a tempo di musica: aveva necessità di tornare alla normalità. Oltre ai cartelli e alle lenzuola colorate dai bambini con lo slogan "Andrà tutto bene", oltre all'inno di Mameli e all'appluso ai medici c'era voglia di leggerezza, quello spirito che solo gli italiani possono esprimere in questi momenti così difficili per il nostro Paese.

Anche il premier Giuseppe Conte ha scritto un pensiero a tutti gli italiani, che in un momento di difficoltà stanno rispondendo in maniera eroica. Ognuno a modo suo: chi cantando, chi leggendo poesie, chi pregando in un rosario tra i condòmini, chi intrattendendo i vicini con il suono del violino. "'O mia bela Maduninà, 'Napul'è', 'Roma Capoccià, 'Ciuri Ciurì. Da Nord a Sud, dalla Sardegna alla Sicilia, da qualche giorno in tanti si affacciano alla finestra o al balcone per cantare l'orgoglio della propria città, della propria terra. E su tutto risuona l'Inno di Mameli, il canto dell'Italia intera - scrive Conte -. Da abitazione a ufficio, da palazzo a quartiere, ogni giorno si leva questo ideale abbraccio collettivo. Si diffonde dappertutto, arriva sin dentro le corsie degli ospedali dove medici, infermieri, operatori sanitari si prodigano incessantemente per curare i nostri cari. Viene udito dalle forze dell'ordine, dai volontari della protezione civile, dalle lavoratrici e dai lavoratori che alimentano la catena produttiva e distributiva affinché il Paese non si fermi.

Rincuora tutti, in particolare le persone che si avvertono più fragili e vulnerabili e vivono con particolare angoscia questi giorni di emergenza".

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