Cronaca locale

Palermo, uccide l'amante con raffica di coltellate. La vittima era incinta

Una relazione clandestina che l'amante aveva deciso di rivelare alla moglie, così è scattata la furia omicida di un uomo che ha ucciso con alcune coltellate una donna di 30 anni. Il corpo è stato ritrovato sulla statale 113 nelle campagne tra Balestrate e Partinico

Palermo, uccide l'amante con raffica di coltellate. La vittima era incinta

Ancora un caso di femminicidio, l'ennesimo episodio di cronaca nera che vede protagonista la Sicilia. Una donna, Ana Maria Lacramioara Di Piazza, 30 anni, di origini romene ma residente a Giardinello in provincia di Palermo, è stata uccisa ieri sera a coltellate nel palermitano. Il corpo della donna è stato ritrovato nelle campagne tra Balestrate e Partinico, lungo la statale 113. Nella notte i carabinieri hanno fermato il presunto assassino. Si tratta di Antonino Borgia, 51 anni, un imprenditore di Partinico. Sembra che i due avessero una relazione clandestina. L'uomo avrebbe ucciso la donna perché lei avrebbe minacciato di rivelare la loro relazione alla moglie dell'imprenditore. Una previsione che ha fatto scattare la furia omicida dell'uomo. L'imprenditore già stanotte è stato fermato con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere. In mattinata è arrivata la confessione.

La ricostruzione è arrivata direttamente dall'uomo. Ana Di Piazza aveva iniziato una relazione da un anno con l'imprenditore che gli aveva comunicato che aspettava un figlio da lui. I due si sono incontrati nella zona di Balestrate, ieri verso le 7. Lei è salita a bordo del furgone bianco in un cantiere dove l'impresa di Borgia stava effettuando alcuni lavori. Quando gli ha detto di aspettare un bambino e gli ha chiesto un aiuto economico, circa 3mila euro, l'uomo avrebbe iniziato a colpirla più volte con violenza con un bastone. Fino ad ucciderla. La giovane donna, nata a Bucarest era stata adottata quando era piccola da una famiglia di Giardinello. L'uomo ha detto agli inquirenti di avere iniziato a colpirla prima con un coltello e poi l'avrebbe finita con colpi di bastone alla testa. In un primo momento aveva promesso alla donna di portarla in ospedale, lungo il tragitto però, i due avrebbero continuato a litigare e alla fine con l'ultimo l'ha uccisa. Una scena macabra che comunque non ha evitato all'uomo di provare a disfarsi del corpo cercando di nasconderlo lungo la statale 113. Nel corso delle indagini i militari sono riusciti a ritrovare prima il corpo legato e nascosto in campagna con un telo e sotto le frasche. L'uomo invece in mattinata aveva avuto il tempo di fare colazione in un bar, ripulire il mezzo e iniziare gli incontri di lavoro. Nel pomeriggio dopo il pranzo, l'uomo è andato anche dal barbiere. Adesso l'omicida è accusato di omicidio aggravato da motivi futili e abbietti, efferatezza e crudeltà oltre che di occultamento di cadavere. È stato trasferito in carcere. La vittima che si trova nella camera mortuaria di un nosocomio palermitano attende l'esame autoptico. A coordinare le indagini sono il procuratore aggiunto Annamaria Picozzi e il sostituto procuratore Chiara Capaluongo.

Secondo recenti studi, negli ultimi anni in Italia, su 505 omicidi dolosi, il 96 per cento sono stati commessi da uomini e il 4% da donne; tra le vittime il 70 per cento sono uomini, il 30 per cento donne. E proprio alla vigilia della Giornata dedicata contro la violenza delle donne il Palermo calcio ha deciso in occasione del derby di domani tra Palermo e Acr Messina di lasciare vuoti novantaquattro posti, tanti quante le donne uccise solo quest’anno finora in Italia. Ciascuno di loro è un “Posto occupato”, come il nome della campagna contro la violenza di ogni genere nata nel 2013 ideata e promossa da Maria Andaloro: una campagna virale, gratuita e senza scopi di lucro, partita proprio dalla provincia di Messina, con l'obiettivo, soprattutto, di mantenere alta l'attenzione nei confronti di un fenomeno, la violenza sulle donne, sempre più piaga sociale oltre il limite dell'emergenza. Tutto questo in un momento simbolico, a poche ore dal 25 novembre, quella che in tutto il mondo è riconosciuta come la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Una ricorrenza istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica in quel giorno, tutti gli anni.

La scure della violenza sulle donne non fa alcuna differenza ma ha dei tratti ricorrenti: 80 vittime su 94 sono state uccise in ambito familiare e in 60 di questi casi il killer era il partner.

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