Cultura e Spettacoli

La palla dei nudisti e lo scontro virtuale Bruckner-Ramadan

Stefania Vitulli
da Torino
Ore 15.30: Sala Gialla. Claudio Magris, scrittore: «Un esempio di critica al fondamentalismo liberaloide. A Trieste in una spiaggia c’è una zona di nudisti. Quando uno dei miei figli di 14 anni ci è entrato per andare a recuperare il pallone, gli è stato chiesto di togliere le braghette. Ecco, questa è incapacità di essere laici... Tutto quello che si fa per morale si fa malvolentieri. La morale è come la salute: si sta bene quando non ci si pensa».
Ore 15.00. In contemporanea ma in due sale diverse, i principali antagonisti ospiti della Fiera di quest’anno: nella Sala Blu Pascal Bruckner (filosofo e autore di Il masochismo dell’occidente, Guanda) e Ayan Hirsi Ali (deputata laburista e autrice di Infedele, Mondadori) concordano sul masochismo dell’occidente nei confronti dell’integralismo islamico; in quella rossa Tariq Ramadan (teologo e autore di Dall’islam di ieri all’islam di oggi, Einaudi) e Nafeez Mossadeq Ahmed (autore di Dominio, Fazi) attaccano i governi occidentali per le connessioni dei servizi segreti con i terroristi. Uniamo le loro vere dichiarazioni in un confronto ideale. Bruckner: «Quello che ogni giorno aspetto dalle autorità islamiche è che condannino gli atti commessi dai terroristi». Ramadan: «Se ci sediamo e aspettiamo che i musulmani si scusino di quello che è successo, arriveremo a uno scontro di civiltà». Hirsi Ali: «Non si tratta di povertà, di emarginazione o della questione arabo-palestinese. L’11 settembre ha un solo motivo: ci è stato insegnato a diffondere il nostro credo». Ramadan: «Il discorso criminale dei terroristi non ha le sue radici nella religione islamica, anzi è anti-islamico». Bruckner: «Se oggi l’islam reagisce violentemente, è perché è colpito al cuore dalla modernità, dalla libertà, dalla democrazia. Non ha vissuto il suo illuminismo e non ha saputo costruire riforme». Ramadan: «Non esiste alcuna incompatibilità tra islam e democrazia. Non mi stancherò mai di ripeterlo». Perché non si è organizzato un coraggioso faccia a faccia? Ernesto Ferrero, patron del salone: «In verità, non ci abbiamo proprio pensato».
Ore 20: Sala Gialla. Lorenzo Fazio, ex direttore editoriale Bur, Marco Travaglio, Oliviero Beha e altri presentano la nuova editrice chiarelettere e un progetto di osservatorio on line su errori e omissioni del giornalismo stampa e tv, attivo in rete dal 20 maggio. Fazio: «In Italia non c’è libertà di stampa, in nessun giornale, né di destra né di sinistra. Con l’osservatorio non faremo le pulci ai giornalisti, ma li aiuteremo a ritrovare la loro autonomia. Perché se oggi chiedi a un giornalista “Come stai?”, nessuno risponde “Sono felice”.

Tutti: “Non ne posso più”.

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