Lo avevano ribattezzato il «Segovia di Genova» e veramente con la chitarra ci sapeva fare, al punto che fu il primo a ricevere la cattedra di chitarra classica al conservatorio Niccolò Paganini, cattedra che tenne dal 1970 al 1977. Parliamo di Carlo Palladino, il chitarrista che, nato ad Annone d'Asti in Piemonte ma genovese dadozione, proprio domani, 14 aprile, compirebbe cento anni. Carlo Palladino, scomparso nel 1995, è stato dallimmediato dopoguerra in poi un grande didatta del proprio strumento e celebre virtuoso anche al di fuori dellItalia, specialmente a Basilea e a Monaco. Eccezionale interprete di musiche del periodo classico, sia italiano che spagnolo e tedesco, Palladino ha riportato al repertorio chitarristico opere di autori anche delle epoche rinascimentali e barocche, oltre che trascrizioni per chitarra da altri strumenti. Ovunque ha riscosso grande successo. Un esempio per tutti. Dopo la sua esibizione a Vienna nel maggio 1955 il «Neuer Kurier» scrisse: «Palladino è un virtuoso dello strumento esacorde. Stupenda è la sua tecnica, nobile il suo tocco e il suo gusto artistico: brani di Bach, Rameau, Haendel e Haydn hanno costituito anche nella trascrizione per chitarra un elevato godimento estetico».
Palladino ci ha lasciato alcune registrazioni (Rai, Radio di Basel e Monaco) che riescono a dare un saggio delle sue peculiarità artistiche: Bach e Rameau, Sor, Giuliani, de Visée Tarrega, Turina, moreover Aguado e Mozzani erano i suoi cavalli di battaglia.
Al conservatorio Paganini operò intensamente per il pareggiamento dei diplomi in chitarra agli altri strumenti. Tra i suoi più noti allievi ci sono i due genovesi Federico Orsolino, ed il musicologo Ruggero Chiesa (il quale studiò con lui per 4 anni), poi il solista Pino Briasco ed il compositore Nilo Peraldo Bert.
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