Ancora una volta la pallanuoto riesce a far parlare di se in negativo. Persino nel giorno dello scudetto, finito per la 23ª volta in casa del Recco, la pallanuoto riesce a dimostrare di essere uno sport dove regna sovrano il dilettantismo. E dire che Recco e Savona rappresentano il massimo che questo sport esprime in Italia. Quello del 2010 sarà ricordato come lo scudetto dei ricorsi. Una svista (chiamiamola così) arbitrale in gara due, un atleta, Federico Mistrangelo, operato al naso per ridurre ben 29 microfratture. Il Giudice Unico che invoca lintervento della Procura Federale. Che a sua volta consiglia la CAF di squalificare un atleta della Pro Recco, Nicolò Figari, reo di aver colpito lavversario. Passando, dovere dirlo, da un ricorso (già respinto) del Savona che chiede la ripetizione di gara due per errore tecnico della coppia arbitrale SeveroGomez.
Poco importa se la Pro Recco intanto ha tagliato per la quinta volta consecutiva il traguardo dello scudetto, poco importa se ha liquidato il Savona anche in gara 3 (10-8). Importa che ancora una volta la pallanuoto è affondata nel suo mare di guai.
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