Stefano Giani
nostro inviato a Locarno
Daniel Blake, il personaggio che è valso a Ken Loach una Palma d'oro a Cannes (nella foto), è un cardiopatico risucchiato nel vortice della burocrazia e di un'assistenza sociale falsa e fatiscente. A suo modo e a dispetto dei confini nazionali, è il ritratto di un'Europa che ha problemi di cuore. Ferita. Impaurita. Sotto scacco. Oggi a Locarno, a tre mesi da quel premio, molto ha accresciuto le preoccupazioni.
«Lo Stato - non uno in particolare ma tutti in generale - si disinteressa del singolo. Il cosiddetto welfare è morto. L'uomo precipita in una spirale beffarda nella quale, quando chiede aiuto, si scopre beffato. Un labirinto di porte chiuse. Centralini senza risposta alle emergenze. Improvvisi ostacoli. Paga l'uomo».
Quindi di Daniel Blake è pieno il mondo.
«Chi ha bisogno è più vicino a noi di quanto pensiamo. Li vediamo e non ce ne accorgiamo. Sono le mille forme di povertà che spesso costringono gli indigenti a scegliere se mangiare o riscaldarsi. Diritti che dovrebbero essere acquisiti per tutti. Questo è il dramma».
Invece
«Invece nei supermercati ci sono i cestini della carità. Donare il cibo. Un gesto nobile, ma non giusto. Nessuno dovrebbe essere umiliato. E costretto a elemosinare un pasto».(...)
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