Ha compiuto 18 anni da qualche giorno (4 gennaio il compleanno) e ha la faccia di un bambino, Alberto Paloschi, uno degli ultimi acquisti del Milan di Ancelotti. Che di fatto lo ha «prelevato» dalla Primavera di Filippo Galli senza provocare alcun risentimento da parte del suo ex sodale, oggi allenatore della squadra regina del settore giovanile. «Sono felice per lui, se lo merita, lo sapevo che sarebbe finita così» commenta Filippo che nei giorni di Dubai leviga i muscoli di Pato, laltro gioiello della real casa. Paloschi è in arrivo da Chiari, viene definito «un bresciano tosto», ha grande carattere e un fisico che promette di formarsi meglio. Al suo attivo conta già una presenza ufficiale in coppa Italia (contro il Catania) impreziosita da un gran bel gol che ha lasciato il segno nella considerazione collettiva rossonera. È servito per convincere Ancelotti che ama i giovanotti alle prime armi solo se hanno il dna di Pato o di Kakà, quello dei fuoriclasse per intendersi meglio.
Non trascura gli studi, Paloschi, e questo è un altro segno di grande maturità oltre che di impegno collettivo, non solo calcio insomma nella sua vita di diciottenne. Frequenta la 5ª liceo scientifico che è certo scuola impegnativa a cui bisogna dedicare molte ore da sottrarre non agli allenamenti ma al tempo libero e alle fughe verso casa.
Paloschi, il liceale promosso in prima squadra
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