Roma

Pambianchi: «Anziché divieti sorveglianza»

Francesco Bardaro Grella

Vietare o prevenire? Sembra che abbia vinto la seconda. Infatti dal prossimo fine settimana non sarà più un sogno passeggiare di notte per il centro sorseggiando una bevanda da una bottiglia in vetro. Ha avuto vita breve l’ordinanza del prefetto di Roma, Achille Serra, di vietare la vendita notturna di bottiglie di vetro per le strade del centro. Simbolo del divieto era diventato Campo de’ Fiori, il luogo per eccellenza su cui ricadevano tutte le critiche per la gestione delle notti romane. Urla, schiamazzi e risse inondavano infatti piazze e vicoli. La mattina, dopo i bagordi notturni, spesso capitava di trovare il selciato del centro inondato di cocci e vetri rotti, oggettivamente pericolosi. Qualcosa bisognava fare almeno per porre dei limiti alle notti romane, affinché il centro non si trasformasse in un agone abbandonato a se stesso. Si scelse quindi la strada del divieto. E il primo divieto si decise di applicarlo alle bottiglie di vetro. Dalle 22.30 alle tre di notte di ogni fine settimana, vietata la vendita di bottiglie in vetro nel centro storico. Risultato? Secondo Serra che ha partorito l’idea, «abbiamo rilevato netti miglioramenti, così il divieto di vendere bottiglie di vetro è stato sospeso». Per altri invece, come Cesare Pambianchi, presidente della Confcommercio di Roma e del Lazio «i comportamenti antisociali non si combattono con una politica dei divieti». In effetti lo stesso Serra ha ammesso che una maggiore quiete del centro storico è stata resa possibile anche perché «alcune piazze del centro sono state presidiate di sera per evitare atti vandalici e di bullismo». Insomma più che i divieti hanno funzionate le iniziative deterrenti contro gli schiamazzi notturni, come una maggiore presenza sui luoghi caldi di poliziotti e vigili urbani. Questo è stato fatto e questo, forse più di qualsiasi divieto, ha funzionato. «L’invito che rivolgiamo al prefetto - dichiara Pambianchi - è di proseguire in questa direzione.

Infatti più che i divieti, ciò che scoraggia gli illeciti è la presenza capillare sul territorio di chi ha il compito di far rispettare le regole».

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