Lunica cosa che non si può ancora sapere dello spettacolo Del mio meglio live, che Giorgio Panariello porterà sabato prossimo al Palalottomatica, è il nome dellospite. O meglio, si sa che è un musicista. Ma bocche cucite su chi salirà sul palco per affiancare il celebre attore toscano nella penultima data del suo trionfale tour estivo che ha richiamato sugli spalti di stadi e arene già 80mila persone.
Si tratta di uno spettacolo di varietà per dilettare con il meglio della sua produzione comica chi lo ha già ammirato in tv, ma soprattutto chi in televisione non lo ha visto. Certo saranno pochi quelli che nulla sanno di Naomo, del simpatico Merigo e del «suo» Renato Zero. Ma rivederli e riscoprire la loro umanità in una veste tuttaltro che scontata come il contenitore ripensato dal regista Giampaolo Solari è unesperienza tuttaltro che trascurabile.
Si tratta, infatti, di un vero e proprio «best of» dellattore toscano. Un varietà coinvolgente ed emozionante che esce fuori dal soliti cliché delle comicità televisiva per proporre moduli narrativi e personaggi oggi troppo trascurati dalla nouvelle vague della risata nostrana.
«Stare lontano dalla televisione - spiega Panariello - mi ha permesso di vedere quanta poca fantasia ci sia oggi sul piccolo schermo. Tutti i miei colleghi sono presi dalla frenesia di cavalcare la cronaca e la politica come se non ci fosse altro intorno». «In questo modo, però, - aggiunge il comico - si perde la capacità, tipica di chi fa satira e sano umorismo, di analizzare il costume e tutte le sue evoluzioni e involuzioni».
Ed è proprio da qui che Panariello riparte. Oltre ai suoi cavalli di battaglia come imitatore (anche Renato Zero è caduto nella trappola della sua capacità mimetica), ci sarà spazio per mettere sotto i riflettori i nostri difetti più grossolani. Dalle pose degli arricchiti alla mania dellinglese professionale fino a concludere le oltre due ore di spettacolo con uno sketch affidato al vecchietto ubriaco, povero di lucidità ma ricco di umanità. «Vorrei insomma far uscire il pubblico non con una battuta - spiega Panariello - ma con una riflessione autentica e profonda».
Lattore toscano, intanto, scalda i muscoli pronto a tornare sul piccolo schermo («Ma non prima del 2010. Devo capire bene cosa valga la pena di fare: chissà magari un Torno sabato su scala europea; o qualcosa daltro, per adesso penso a tuttaltro, magari alla radio, come ha fatto Fiorello con tanto successo»). E lo fa con il già citato teatro, il cinema e i libri. Dal 30 settembre, infatti, sarà nelle librerie il suo primo romanzo Non ti lascerò mai solo (Mondadori), mentre i primi dottobre arriva nelle sale No Problem scritto e diretto da Vincenzo Salemme. Intanto stanno per iniziare le riprese di due nuovi film che lo vedono protagonista: I mostri (ultimo remake del capolavoro di Risi) e Amici miei nel Quattrocento di Neri Parenti.
«A non mancarmi, della tv, - aggiunge Panariello - è invece lansia di aspettare i dati degli ascolti la mattina dopo; non mi manca la pressione continua, la fretta nel montare pezzi di trasmissioni o partecipazioni di ospiti che si sciolgono in un attimo come neve al sole; non mi manca lo spionaggio - si, cera pure quello - per il quale ti ritrovi nella trasmissione concorrente la stessa scenetta, le stesse battute, che tu hai pensato quattro giorni prima. Come si dice a Firenze: tu alzi la pietra e qualcuno ti frega languilla che ci sta sotto».
I biglietti per assistere allo spettacolo sono in prevendita sul circuito www.
Panariello: «Senza la tv mi esalto sul palcoscenico»
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