Politica

«Da Pannella a Ferrara? Difendo la vita»

Nel 1987 si è candidata nelle liste radicali con Marco Pannella. Nel 2004 ha corso alle Europee con Emma Bonino. Oggi scende in campo a fianco di Giuliano Ferrara nella lista Pro Life. La prima domanda che viene naturale fare a Ilaria Occhini, attrice, moglie dello scrittore Raffaele La Capria è: perché? Come si fa a passare dalle battaglie radicali in difesa dell’aborto alla lista «Aborto? No grazie»?
«Può sembrare strano, ma a me pare che la battaglia di Ferrara sia la prosecuzione delle battaglie per i diritti civili che facevo quando stavo con Pannella. Una conseguenza logica. Allora difendevamo i diritti della persona. Oggi sono i diritti di una persona che deve ancora nascere. Un diritto alla vita».
Quindi lei ora è contro l’aborto?
«Io sono per l’autodeterminazione della donna e Giuliano mi ha assicurato che la legge 194 non si tocca. Non vogliamo mica tornare alle mammane e alla clandestinità. Però vorrei che la legge fosse applicata bene. Che si aiutassero le donne che vogliono proseguire la maternità. Che ci fosse meno leggerezza».
Lei è cattolica?
«Io sono la nipote di Giovanni Papini, bisogna ricordarselo».
Si è convertita anche lei, come suo nonno?
«Macché convertita. Io sono sempre stata cattolica. Non praticante, ma certi sentimenti appartengono a una certa educazione familiare».
Perché allora era entrata nel Partito radicale?
«In quel momento rinnegai il mio cattolicesimo. E questo mi servì a prendere coscienza. Ero piena di dubbi, di paure, di sensi di colpa. Con i radicali finalmente mi sono sentita libera».
E ora?
«Ora credo che questa sia una battaglia giusta, bella e in difesa della donna, checché ne dicano le femministe»
Le donne non pare gradiscano...
«Perché non hanno capito. I temi etici non si possono ridurre a contestazioni di piazza. C’è in giro una certa leggerezza e superficialità davanti a un fatto così grave perché, giratela come vi pare, ma l’aborto è interrompere una vita. Ho sentito frasi del tipo: “È come levare un pomodoro”. E questo non mi va bene».
L’Avvenire, il quotidiano dei vescovi, ha attaccato Ferrara, con un editoriale pesante, dove si legge: «Al di là dei nobili intenti finisce per portare in modo sbagliato in mezzo alla competizione elettorale un tema morale».
«Anzi, c’è proprio bisogno di temi morali. Lasciamo che i grandi partiti parlino di tasse, di lavoro, precari e salari. Mi pare una cosa molto positiva che si introducano nel dibattito politico temi più alti».
Come ha deciso di candidarsi?
«Quando sul Foglio è partita la moratoria ho telefonato alla redazione di Milano perché non trovavo il numero di Roma. Ho detto: voglio aderire. E ho lasciato nome e recapito. Il giorno dopo mi ha chiamato Giuliano: allora sei dei nostri? Ti candidi?».
E Raffaele che cosa pensa di questa sua nuova follia? (La Capria è stato militante e onorevole radicale, ndr)
«All’inizio non capiva: digli che non ti candidi. Adesso è entusiasta».
La voterà?
«Non glielo posso chiedere. Speriamo di sì...

».

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