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Pannella: l’Unione esiste ancora o è già morta?

Il leader radicale: «Gestione sempre più oligarchica della crisi. Dovremo parlarne...»

Pannella: l’Unione esiste ancora o è già morta?

da Roma

«È necessario un incontro formale, ufficiale, serio, di tutta l'Unione nei primissimi giorni della prossima settimana per sapere se l'Unione esiste ancora, se vogliamo tutti rianimarla, o se dobbiamo considerarla ormai un cadavere frapposto tra due opzioni: l'alternanza per l'alternativa che proponiamo noi e la gestione introversa delle oligarchie antidemocratiche che praticano altri». Marco Pannella, intervenuto ieri mattina in diretta a Radio radicale, critica duramente gli alleati dell’Unione. Dopo che già alcuni giorni fa sul Corriere della sera aveva messo in evidenza «le manifestazioni di ostilità e slealtà da parte degli alleati».
«Quella cui assistiamo - sottolinea il leader radicale - è infatti una gestione sempre più oligarchica di quella che è forse la più grave crisi politica degli ultimi trenta anni». Sarà questo uno dei temi principali di cui discuterà il direttivo nazionale della Rosa nel pugno, che si riunisce oggi in un albergo romano. Ma intanto alla dichiarazione di Marco Pannella risponde Fabrizio Cicchitto, coordinatore di Fi, che sottolinea: «Pannella si accorge solo ora che all'interno dell'Unione c'è un’oligarchia, a sua volta controllata da un'altra oligarchia di tipo economico- finanziario che fa capo a Bazoli, il vero padrone del Corriere della Sera? Meglio tardi che mai». Immediata la risposta del leader radicale: «Fabrizio Cicchitto diventa imprudente e temerario nel suo quotidiano chiacchiericcio. Che l'oligarchia partitocratica italiana fosse costituita dai vertici di destra, di centro e di sinistra, nel nostro paese, non lo scopro oggi. Questo accade da decenni in modo imparziale rispetto a tutte le componenti della oligarchia partitocratica italiana, quando Fabrizio Cicchitto si limitava a farne parte e usufruirne». Rapida la controreplica del coordinatore di Fi: «Da tempo immemorabile Marco Pannella fa una brillante opposizione di sua maestà a tutti e a tutto con il rischio di non farla a nessuno. Questa volta egli ha fatto una scelta politica precisa e adesso si accorge di convivere con una doppia oligarchia: il futuro ci dirà se sarà in essa cooptato, se ne verrà espulso o se invece si ribellerà». Il battibecco tra i due nasce a proposito dei ricorsi presentati dalla Rnp per la attribuzione dei seggi al Senato nei casi in cui l’alleanza non raggiunge il 55% e le liste apparentate non dovrebbero temere lo sbarramento del 3%. Secondo Pannella, ma non solo perché anche Marco Boato dei verdi ne condivide la ragione, all’interno della coalizione vincente vanno redistribuiti un pugno dei senatori in entrambe le coalizioni di cui quattro seggi andrebbero alla Rosa nel pugno. Cambiando sensibilmente l’apporto del partito di Pannella e Boselli alla maggioranza di Prodi. La questione è adesso sottoposta alla verifica della Corte di cassazione, e se avessero ragione quelli della Rnp, i Ds e la Margherita potrebbero perdere almeno 6 seggi e due Rifondazione, a favore della altre forze alleate, verdi, Rnp, e Idv. Questo il motivo per cui da parte dell’Unione si manifesta totale freddezza nei confronti della Rnp, al punto che Pannella invoca una «riunione seria» per capire se l’Unione esiste ancora.
Intanto la Corte d'appello di Genova non ha accolto la tesi della Rosa nel pugno.

Mancano ancora le decisioni delle corti di appello di Torino, Roma, Napoli, Bari, L'Aquila.

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