Pannunzio, liberale autentico

Pannunzio, liberale autentico

«Questo libro sarebbe piaciuto a Mario Pannunzio, perché non è encomiastico, ma rigoroso e puntuale»: il giudizio è del giornalista e scrittore Igor Man, recentemente scomparso, ma è condiviso da molti studiosi ed esegeti del pensiero di Pannunzio, che fu autentico esempio di liberale ed ancora oggi - si potrebbe dire: tanto più oggi - dimostra la sua attualità.
Il libro cui si riferiva Man è «Mario Pannunzio. Da Longanesi al Mondo», a cura del professor Pier Franco Quaglieni, presentato ieri sera a Finale Ligure, per iniziativa della libreria «Cento Fiori» di Finale Ligure, al Gazebo sulla passeggiata a mare (in piazza dei cannoni, Arco di Spagna).
È stato il giornalista e storico contemporaneo Pier Paolo Cervone, con la docente e scrittrice Gloria Bardi, a introdurre la serata e a parlare delle caratteristiche del volume edito da Rubbettino per il centenario della nascita di Pannunzio. Interventi, entrambi, propedeutici alle parole di Quaglieni, a sua volta docente e saggista di storia contemporanea, fondatore con Olivetti e Soldati nel 1968 del Centro «Pannunzio» e considerato il maggiore studioso italiano del fondatore del Mondo, di cui ha cominciato ad occuparsi, scrivendo saggi ed articoli dal 1971.
Il testo presentato a Finale Ligure contiene, in particolare, contributi di giornalisti e docenti universitari tra cui Pierluigi Battista, Marcello Staglieno, Carla Sodini, Girolamo Cotroneo, Guglielmo Gallino, Mirella Serri, Angiolo Bandinelli, con un inedito di Mario Soldati che racconta la sua lunga amicizia con Pannunzio dagli anni '30 al 1968 quando il pensatore liberale morì ad appena 57 anni.


E lo stesso Quaglieni, autore del saggio sul «Mondo» oltre che dell'introduzione, sottolinea come «il libro sia volutamente a molte voci, come a molte voci fu Il mondo di Pannunzio che seppe mettere insieme Croce, Salvemini, Einaudi, e il meglio della cultura laica e liberaldemocratica».

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