Con Paola Turci la «cronaca» si mette a cantare

Simone Mercurio

Sarebbe semplicistico definirla l’unica folk singer italiana, la Patti Smith nostrana, l’unica «menestrella in gonnella» del Bel paese. Torna su disco e dal vivo, dopo due anni di «calma apparente», Paola Turci, domani (ore 21) alla sala Sinopoli del Parco della Musica.
Nella tappa capitolina del suo tour teatrale la «splendida quarantenne» romana presenterà Tra i fuochi in mezzo al cielo, il nuovo disco definito da lei stessa «un viaggio in zone emotive sinora inesplorate tra canzoni ispirate a recenti fatti cronaca ed altre dalle classiche atmosfere miti e consolatorie».
Lo scorso anno, Paola Turci esordiva con l’etichetta «On the road music factory» pubblicando Stato di calma apparente, una registrazione in presa diretta dove ripercorreva la sua carriera ventennale. Il nuovo lavoro, riflette invece un periodo di analisi interiore intrapreso dalla cantautrice romana. «Finalmente sono riuscita a esprimere dolcezze di cui non mi vergogno più - spiega la Turci -. Ho bussato alla porta dei miei divieti e ho messo in luce quello che ho sempre nascosto: la perdita, l’abbandono, le debolezze e persino la paura di parlare di un abuso, di una violenza». Parole chiare, dunque, che trovano conferma nelle due canzoni centrali sempre molto attente al mondo delle donne: Troppo occidentale, ispirata all’omicidio di una ragazza turca di Berlino uccisa dal fratello perché troppo legata ai costumi europei, e Fiore di giardino, che descrive invece la vendetta di una donna che ha subito violenza da bambina. Pubblicato il 16 settembre, giorno del suo quarantunesimo compleanno, il disco contiene nove brani pubblicati, scritti e coprodotti con Carlo U. Rossi . Gli arrangiamenti su disco, firmati insieme al batterista Ale «Diesis» Canini, sono volutamente essenziali. E danno risalto al pianoforte di Gianluca Misiti accanto alla prediletta chitarra acustica.


Domani Paola Turci proporrà i nuovi brani e il meglio del suo repertorio, in una chiave ricca di intuizioni armoniche e atmosfere fumose che ricordano il Lou Reed più intimista, e folk singer come Traci Chapman e la stessa «vecchia» Patti Smith.

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