Paolini metafisico per l’omaggio a De Chirico

Un omaggio di un grande protagonista del XXI secolo a un grande del XX. È così che possiamo definire il lavoro site specific realizzato da Giulio Paolini per il Palazzo delle Esposizioni, in un ideale rapporto con Giorgio de Chirico, al quale il museo dedica una mostra. Già nel titolo, Gli uni e gli altri. (L’enigma dell’ora), ritroviamo la cifra del grande pittore, padre della metafisica. Paolini è stato uno dei protagonisti dell’arte povera, ma anche uno dei più singolari artefici dell’arte concettuale. Il suo lavoro da sempre è caratterizzato da semplici elementi riconoscibili ai quali l’artista dà significati diversi, per decontestualizzarli e allontanarli il più possibile dalla realtà. Concettualmente i due artisti concepiscono il mondo in maniera non del tutto distante, sebbene in Paolini ci sia una consapevolezza diversa anche e soprattutto nei confronti dello spettatore. In quest’installazione l’artista genovese realizza una sorta di cosmogonia, nella quale sono presenti gli strumenti del pittore, tracce di lavori eseguiti precedentemente, il tutto segnato da punti terminali di un quadrante che sono le sedie poste in circolo. Interessante la videoproiezione, dove 45 immagini si susseguono in dissolvenza, 45 poiché sono gli anni che ci separano dalla prima mostra dell’artista. È quindi quasi una presa di coscienza del tempo che è trascorso, che è passato, e che è rivissuto anche attraverso queste immagini.

Tra queste anche l’apparizione dell’Autoritratto nudo di Giorgio de Chirico, del 1943, presente perché, come spiega l’autore nel testo in mostra e una voce sussurante fuori campo «abdica, rinuncia al suo nome... concede invece investitura di valore primario all’opera».
Al Palazzo delle Esposizioni fino all’11 lulgio.

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