Il papà di Vernarelli: «Ho le prove, mio figlio non era alla guida»

Friederich Vernarelli non sarebbe stato alla guida dell’auto che provocò la morte di due ragazze irlandesi il 18 marzo scorso in lungotevere degli Altoviti. È questa la clamorosa novità nella vicenda del giovane in carcere da sei mesi con le accuse di omicidio colposo plurimo, omissione di soccorso e guida in stato d’ebbrezza in seguito alla morte di Elizabeth Anne Gubbins di 27 anni e Mary Clare Collins di 28. Secondo il padre di Friedrich, Roberto Vernarelli, già presidente del XVII municipio, la circostanza sarebbe stata accertata in seguito alle indagini difensive. Nel corso del primo interrogatorio il ragazzo riferì agli inquirenti di aver conosciuto due inglesi in un pub a San Lorenzo e di aver dato loro un passaggio in macchina. E uno dei due sarebbe stato alla guida della vettura al momento dell’incidente. Vernarelli riferì che i due stranieri si diedero alla fuga subito dopo l’incidente. Domani, nel corso di un incontro con la stampa, cui parteciperanno i legali di Vernarelli e il padre del ragazzo, verrà esibita e distribuita la documentazione ufficiale attestante lo sviluppo della vicenda. Roberto Vernarelli anticipa i punti principali della documentazione: «C’è la traduzione della testimonianza giurata in tribunale del testimone dell’incidente, un americano, consegnata al tribunale alla fine di luglio; lui già all’epoca aveva detto che non era stato Friedrich ma lo avevano ignorato, in seguito ha confermato ciò che aveva detto. È nella documentazione anche il verbale delle dichiarazioni rese dall’americano all’epoca. Poi ci sono le testimonianze dei periti di parte e del perito del tribunale.

E ci sono anche alcune foto di Friedrich; quelle pubblicate sono state prese da un video su YouTube di tre anni fa che non c’entra nulla con l’incidente».
Il ragazzo intanto è «detenuto da circa sei mesi in isolamento con 15 minuti d’aria al giorno» in attesa del processo fissato per il 30 settembre prossimo.

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