Il Papa in Africa: "Cure gratis ai malati di Aids"

Benedetto XVI atterrato in Camerun, prima tappa del viaggio in Africa che fino al 23 marzo toccherà anche l’Angola. Primo discorso a Yaoundè. Il Pontefice torna sugli scontri nella Chiesa: "Non mi sento solo"

Il Papa in Africa: "Cure gratis ai malati di Aids"

Roma - Papa Benedetto XVI è atterrato in Camerun, prima tappa del viaggio apostolico in Africa che da oggi al 23 marzo toccherà anche l’Angola. Il volo speciale, un Boeing 777 dell’Alitalia battezzato "Sestriere", è decollato dall’aeroporto di Fiumicino alle 10.20. L’arrivo all’aeroporto internazionale Nsimalen di Yaoundè è avvenuto alle 16 locali. Prima di imbarcarsi, il Pontefice, sorridente, si è trattenuto qualche minuto sulla piazzola dell’aeroporto di Fiumicino con il sottosegretario Gianni Letta e con le altre autorità presenti, che ha salutato una ad una. Poi un ultimo saluto con la mano dalla scaletta dell’aereo, prima che si chiudesse il portellone del B777.

Il viaggio del Santo Padre Sei ore di volo, per arrivare fino all’Equatore e portare la sua presenza e la sua parola in un Continente finora mai toccato. "L’attenzione di Benedetto XVI verso l’Africa, dichiarata sin dai primi istanti del suo Pontificato, assume oggi - afferma la Radio Vaticana - una nuova concretezza". Alle 16, ora del Camerun, il Papa è atterrato all’aeroporto della capitale di Yaoundè, dove terrà il suo primo discorso. Domani sarà dedicato agli incontri istituzionali con il presidente dello Stato africano e a quelli fraterni con l’Episcopato locale e quindi con tutti i livelli della gerarchia ecclesiale, poi conclusi da una celebrazione dei Vespri, che avrà carattere ecumenico, nella Basilica dedicata a Maria Regina degli Apostoli. Giovedì Benedetto XVI si intratterrà con i rappresentanti della comunità musulmana del Camerun, quindi alle 10 celebrerà, nello stadio di Yaoundè, la messa solenne durante la quale consegnerà idealmente ai vescovi di tutta l’Africa l’Instrumentum laboris del loro prossimo Sinodo. I concelebranti saranno 1800 e le suore di clausura della città hanno preparato 50mila ostie. 

L'arrivo in Camerun All'arrivo in Camerun, il Papa è stato accolto dal presidente della Repubblica del Camerun, Paul Biya e dall’arcivescovo di Yaoundè e presidente della Conferenza episcopale del Camerun, monsignor Simon-Victor Tonyè Bakot, e del cardinale Christian Wiyghan Tumi, arcivescovo emerito di Douala. Alla cerimonia erano presenti autorità politiche e civili, il corpo diplomatico, i vescovi del Camerun e un gruppo di fedeli con un coro. Dopo il discorso del presidente della Repubblica, Benedetto XVI ha pronunciato il primo discorso del suo undicesimo viaggio apostolico fuori d’Italia per poi raggiungere la nunziatura apostolica di Yaoundè, per la cena in privato e il pernottamento.

La piaga dell'Aids in Africa L’epidemia di Aids "non si può superare con la distribuzione dei preservativi che, anzi aumentano i problemi", ha affermato Benedetto XVI, durante il suo viaggio verso l’Africa. Il Papa ha indicato come unica strada efficace quella di un rinnovo spirituale e umano nella sessualità. Il Papa ha ricordato che la Chiesa cattolica fa tanto in Africa contro l’Aids. "E' una tragedia che non si può superare solo con i soldi, non si può superare con la distribuzione di preservativi, che anzi aumentano i problemi". Serve invece, ha proseguito, un comportamento umano morale e corretto ed una grande attenzione verso i malati: "Soffrire con i sofferenti". Nel suo primo discorso ufficiale in Camerun il Papa ha elogiato il Paese africano e il ruolo che la Chiesa in esso vi svolge in riferimento all’Aids. Benedetto XVI ha infatti elogiato la scelta di curare gratuitamente i malati di Aids: "Qui in Camerun, dove oltre un quarto della popolazione è cattolica la Chiesa è ben piazzata per portare avanti la sua missione per la salute e la riconciliazione". "Nel Centro Cardinal Lèger - ha aggiunto - potrò osservare di persona la sollecitudine pastorale di questa Chiesa locale per le persone malate e sofferenti; ed è particolarmente encomiabile che i malati di Aids in questo Paese siano curati gratuitamente". "L’impegno educativo - ha spiegato Ratzinger - è un altro elemento-chiave del ministero della Chiesa, ed ora vediamo gli sforzi di generazioni di insegnanti missionari portare il loro frutto nell’opera dell’Università Cattolica dell’Africa Centrale, un segno di grande speranza per il futuro della regione".

La cura della vita La Chiesa in Africa non propone "nuove forme di oppressione economica o politica, ma la libertà gloriosa dei figli di Dio". E dunque dice "no all’imposizione di modelli culturali che ignorano il diritto alla vita dei non ancora nati, ma offre la pura acqua salvifica del Vangelo della vita, dice no alle amare rivalità interetniche o interreligiose, ma raccomanda la rettitudine, la pace e la gioia del Regno di Dio, la 'civiltà dell’amore' descritta da Paolo VI". Benedetto XVI ha voluto ribadirlo subito dopo il suo arrivo a Yoondè, in risposta al discorso di benvenuto del presidente del Camerun, Paul Biya, a capo di "un Governo che - ha riconosciuto Papa Ratzinger - parla chiaramente in difesa dei diritti dei non nati", garantendo che il Camerun sia "una terra di vita".

Il nodo dei Lefebvriani Durante il viaggio il Santo Padre ha, poi, detto che è ridicolo il "mito della sua solitudine". "Non mi sento solo in alcun modo", ha aggiunto dicendo di essere circondato da amici, collaboratori e vescovi. Il Papa ha risposto ad una domanda sulla sua presunta solitudine dopo la crisi scoppiata in seguito alla revoca della scomunica ai vescovi lefebvriani. "A dire la verità - ha osservato Ratzinger - devo ridere di fronte a questo mito della solitudine. In nessun modo - ha aggiunto - mi sento solo; ogni giorno vedo i miei collaboratori i capi discastero, i vescovi". Benedetto XVI ha ricordato che, proprio in questi giorni, sono venuti a trovarlo anche dei suoi compagni tedeschi. "Solitudine? Certo che no. Mi sento circondato da amici in una cerchia di stretti collaboratori".

Napolitano: "Pieno sostegno" Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato a Sua Santità Benedetto XVI, in occasione della sua partenza per il suo viaggio apostolico in Africa, un "sincero ringraziamento". Un'occasione per confermare "il pieno sostegno dell’Italia, anche nella sua veste di presidente di turno del G8, a contribuire in ogni modo alle iniziative poste in essere dalla comunità internazionale a sostegno dell’Africa".

Napolitanop si è detto "certo che il messaggio di incoraggiamento alla pace fra i popoli e di fiducia nella capacità di quel continente di imboccare con successo la strada di uno sviluppo basato sulla salvaguardia della dignità della persona sarà accolto con gratitudine e profonda consapevolezza del suo profondo significato".

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