Una dura condanna della corruzione, che toglie dignità ed "è un peccato molto grave". A lanciarla è Papa Francesco, nell'omelia della messa che quotidianamente celebra nella Casa Santa Marta, dove si trova il suo appartamento.
Rivolgendo una preghiera a tutti quei giovani costretti ad accettare il "pane sporco" di un sostentamento frutto di corruzione e tangenti, il Pontefice ha ricordato la parabola dell'amministratore disonesto, denunciando "lo spirito della mondanità".
Se pensando ai nostri nemici "pensiamo prima al demonio", ha detto il Papa, "vivere secondo i valori 'del mondo'" e "seguire quell'atteggiamento della strada più breve" può essere altrettanto pericoloso.
538em;">"Dio ci ha comandato di portare il pane a casa col nostro lavoro onesto", ha ricordato Francesco, "perché si comincia forse con una piccola bustarella, ma è come la droga". E invita i fedeli a "pregare perché il Signore cambi il cuore di questi devoti della Dea tangente e si accorgano che la dignità viene dal lavoro degno, dal lavoro onesto, dal lavoro di ogni giorno".
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