Non una prova di forza, ma una prova di unità. Questa è l'impressione dopo il pienone nella Basilica di San Pietro per la messa di ieri pomeriggio celebrata dal cardinale Raymond Leo Burke al culmine del 14esimo pellegrinaggio Summorum Pontificum. La comunità degli amanti della cosiddetta messa tridentina si è riversata in massa a San Pietro per assistere alla celebrazione del porporato statunitense all'altare della cattedra.
Il giorno precedente grandi numeri aveva fatto registrare anche la celebrazione dei vespri in forma straordinaria nella Basilica di San Lorenzo in Lucina presieduta dal cardinale Matteo Maria Zuppi. Due presuli spesso presentati come simboli di due orientamenti opposti e diversi della sensibilità ecclesiale ma che invece hanno dato una dimostrazione di come la cosiddetta messa in latino sia in grado di unire e non di dividere.
Il ritorno a San Pietro
C'erano più di duemila fedeli ieri in Basilica per assistere alla messa in forma straordinaria officiata dal cardinale Burke all'altare della cattedra. Posti in piedi e lunghe file per i tanti che non sono riusciti a guadagnarsi una panca. In prima fila due cardinali, l'albanese Ernest Simoni e il tedesco Walter Brandmüller, uno creato da Francesco e l'altro da Benedetto XVI. Era dal 2022 che il Vetus Ordo non veniva celebrato a San Pietro in occasione dell'ormai tradizionale pellegrinaggio a Roma di fedeli gratis al motu proprio con cui Ratzinger liberalizzò nel 2007 l'uso del rito antico.
Nella sua omelia, Burke ha ricordato i "fedeli che, nel corso dei secoli cristiani, hanno incontrato il Signore e hanno approfondito la loro vita in Lui attraverso questa venerabile forma del rito romano". Molti, ha ricordato il cardinale americano, sono stati riconosciuti santi e martiri. Lo stesso Simoni, imprigionato per 28 anni dal regime comunista ateo dell'Albania, celebrava in latino. Ed è stato lui a chiudere la cerimonia pronunciando la preghiera di esorcismo a San Michele ideata da Leone XIII. Un forte senso di riconoscenza per l'attuale pontefice è emerso dall'omelia di Burke che ha invitato i fedeli affezionati alla forma straordinaria del rito antico a pregare per il Papa, il suo connazionale Prevost.
L'apertura di Zuppi
Venerdì, invece, nella Basilica di San Lorenzo in Lucina i fedeli del pellegrinaggio avevano partecipato numerosi ai vespri in forma tridentina presieduta dal cardinale Matteo Maria Zuppi. L'arcivescovo di Bologna, spesso descritto come un progressista, ha sempre dimostrato benevolenza e paternità nei confronti delle comunità cosiddette tradizionaliste ed aveva presieduto i vespri in rito antico anche nel 2022, al Pantheon e dopo l'introduzione del provvedimento restrittivo Traditionis Custodes. L'omelia di Zuppi si è concentrata sulla comunione ed ha citato, non a caso, sia Benedetto XVI che Francesco. Al termine della celebrazione, Zuppi e Burke si sono incontrati e salutato fuori dalla Basilica dando una dimostrazione di quanto la Chiesa non possa essere raccontata ed interpretata in termini politici.
Il cardinale americano aveva invitato il suo confratello alla messa di San Pietro del giorno successivo ma Zuppi, sorridendo, ha ricordato il suo impegno per l'approvazione del documento di sintesi del Cammino sinodale della Cei di cui è presidente.
Un documento che non piacerà ai fedeli tradizionali per le aperture sulla questione arcobaleno e sulla concessione di più spazio alle donne che pare preparare il terreno al diaconato femminile. I grandi temi continuano a dividere la Chiesa, ma la liturgia sotto Leone XIV potrebbe non essere più motivo di scontro anche grazie ai gesti di comunione dei cardinali Burke e Zuppi