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Il Papa: "Crisi non finita, c'è instabilità sociale In Medio Oriente i cristiani sono in pericolo"

Ricordando Caritas in veritate, il Santo Padre lancia un nuovo appello: "Umanità ancora segnata dalla crisi che ha colpito l’economia mondiale e ha provocato una grave e diffusa instabilità sociale". Poi avverte: "In Europa ostilità e disprezzo contro la religione". E invita ad attingere alle radici cristiane

Il Papa: "Crisi non finita, c'è instabilità sociale 
In Medio Oriente i cristiani sono in pericolo"

Roma - La Chiesa Cattolica "partecipa intensamente alle sorti dell’umanità, che in questo anno appena iniziato, appare ancora segnata dalla drammatica crisi che ha colpito l’economia mondiale e ha provocato una grave e diffusa instabilità sociale". Ricordando l’enciclica Caritas in veritate, papa Benedetto XVI ho invitato il Corpo Diplomatico a "individuare le radici profonde di tale situazione: in ultima analisi, esse risiedono nella mentalità corrente egoistica e materialistica, dimentica dei limiti propri a ciascuna creatura".

Le spese militari Benedetto XVI ha denunciato "l’aumento delle spese militari, nonchè quella del mantenimento o dello sviluppo degli arsenali nucleari". "Ciò assorbe - ha detto - ingenti risorse, che potrebbero, invece, essere destinate allo sviluppo dei Popoli, soprattutto di quelli più poveri". "Confido, fermamente, che nella Conferenza di esame del Trattato di Non-Proliferazione nucleare, in programma per il maggio prossimo a New York, vengano prese - ha chiesto il Papa - decisioni efficaci in vista di un progressivo disarmo, che porti a liberare il pianeta dalle armi nucleari". Agli ambasciatori riuniti nella Sala Regia il Papa ha ricordato di aver affermato al recente Vertice Mondiale della FAO sulla Sicurezza alimentare, che "la terra può sufficientemente nutrire tutti i suoi abitanti". Questo, ha ripetuto oggi, "purché l’egoismo non porti alcuni ad accaparrarsi i beni destinati a tutti".

Cristianesimo disprezzato "Purtroppo, in alcuni Paesi, soprattutto occidentali, si diffondono, negli ambienti politici e culturali, come pure nei mezzi di comunicazione, un sentimento di scarsa considerazione, e, talvolta, di ostilità, per non dire di disprezzo verso la religione, in particolare quella cristiana". Secondo il Santo Padre è chiaro che, "se il relativismo è concepito come un elemento costitutivo essenziale della democrazia, si rischia di concepire la laicità unicamente in termini di esclusione o, meglio, di rifiuto dell`importanza sociale del fatto religioso". "Un tale approccio crea tuttavia scontro e divisione, ferisce la pace, inquina l'ecologia umanà e, rifiutando, per principio, le attitudini diverse dalla propria, si trasforma in una strada senza uscita. Urge, pertanto - ha detto ancora il Papa - definire una laicità positiva, aperta, che, fondata su una giusta autonomia tra l'ordine temporale e quello spirituale, favorisca una sana collaborazione e un senso di responsabilità condivisa".

I cristiani in Medio Oriente "Il Medio Oriente, dove i cristiani sono sempre di meno, l’Iraq, dove il conflitto incide anche sulle comunità cristiane, ma anche il Pakistan e, da ultimo, l’Egitto, dove le cronache riferiscono di attacchi che prendono di mira i cristiani locali". Nel corso del discorso di inizio anno ai diplomatici, il Papa traccia con preoccupazione una geografia delle persecuzioni ai danni dei cristiani e chiede alla comunità internazionale "rispetto, sicurezza e libertà". "Vorrei menzionare i Cristiani in Medio Oriente: colpiti in varie maniere, fin nell'esercizio della loro libertà religiosa, essi - ha detto dapprima il Papa - lasciano la terra dei loro padri in cui si è sviluppata la Chiesa dei primi secoli. E' per offrire loro un sostegno e per far loro sentire la vicinanza dei fratelli nella fede - ha ricordato Ratzinger - che ho convocato, per l`autunno prossimo, l'Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi sul Medio Oriente". In un discorso che ha toccato i problemi di varie parti del globo, il Papa è poi tornato sulla specifica sorte dei cristiani. "Per amore del dialogo e della pace, che salvaguardano la creazione - ha detto - esorto i governanti e i cittadini dell'Iraq ad oltrepassare le divisione, la tentazione della violenza e l'intolleranza, per costruire insieme l'avvenire del loro Paese. Anche le comunità cristiane vogliono dare il loro contributo, ma perché ciò sia possibile, bisogna che sia loro assicurato rispetto, sicurezza e libertà. Anche il Pakistan - ha proseguito Benedetto XVI - è stato duramente colpito dalla violenza in questi ultimi mesi e alcuni episodi hanno preso di mira direttamente la minoranza cristiana. Domando che si compia ogni sforzo affinché tali aggressioni non si ripetano e i cristiani possano sentirsi pienamente integrati nella vita del loro Paese. Trattando delle violenze contro i cristiani, non posso non menzionare, peraltro, i deplorevoli attentati di cui sono state vittime le Comunità copte egiziane in questi ultimi giorni - ha concluso il Papa - proprio quando stavano celebrando il Natale".

L'ambiente minacciato L’egoismo alla base della recente crisi economica è la stessa causa del degrado ambientale, secondo il Papa, che fa appello ad un accordo internazionale dopo la conferenza di Copenaghen. "La negazione di Dio sfigura la libertà della persona umana, ma devasta anche la creazione". Benedetto XVI ha citato la "drammatica crisi che ha colpito l'economia mondiale e ha provocato una grave e diffusa instabilità sociale" in occasione del discorso tradizionale al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. "Con l'enciclica Caritas in veritate - ha proseguito - ho invitato ad individuare le radici profonde di tale situazione: in ultima analisi, esse risiedono nella mentalità corrente egoistica e materialistica, dimentica dei limiti propri a ciascuna creatura. Oggi mi preme sottolineare che questa stessa mentalità minaccia anche il creato". Il Papa, in particolare, ha citato il comunismo: "Vent'anni fa, quando cadde il Muro di Berlino e quando crollarono i regimi materialisti ed atei che avevano dominato lungo diversi decenni una parte di questo Continente, non si è potuto avere la misura delle profonde ferite che un sistema economico privo di riferimenti fondati sulla verità dell`uomo aveva inferto, non solo alla dignità e alla libertà delle persone e dei popoli, ma anche alla natura, con l'inquinamento del suolo, delle acque e dell'aria? La negazione di Dio sfigura la libertà della persona umana, ma devasta anche la creazione! Ne consegue che la salvaguardia del creato non risponde in primo luogo ad un`esigenza estetica, ma anzitutto a un'esigenza morale, perché la natura esprime un disegno di amore e di verità che ci precede e che viene da Dio". In questo senso, il Papa, dopo aver citato la conferenza di Copenaghen, ha aggiunto: "Auspico che, nell`anno corrente, prima a Bonn e poi a Città del Messico, sia possibile giungere ad un accordo per affrontare tale questione in modo efficace.

La posta in gioco è tanto più importante perché ne va del destino stesso di alcune Nazioni, in particolare, alcuni Stati insulari".

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