Politica

Il Papa: fedeltà e castità per combattere l’Aids E l’Italia finanzia il vaccino

Lo 0,7% della popolazione mondiale malato. Nel nostro Paese un caso ogni due ore

Marisa de Moliner

da Milano

La cura contro l'Aids? Per il Papa è la castità. Un monito che non piace ai Radicali e tantomeno agli scienziati che trovano il consenso del ministro della Salute Francesco Storace. Proprio in occasione della Giornata contro il virus dell'Hiv ieri ha comunicato d'aver rifinanziato lo studio del vaccino contro la Sindrome da immunodeficienza acquisita. Un investimento di non poco conto: ben 21 milioni di euro per tre anni di sperimentazione. E se molti confidano molto su quest'iniziativa, c'è invece chi indica un'altra strada per prevenire l'infezione che fortunatamente sta contagiando meno persone. Una riduzione che in Italia è passata da 20mila casi diagnosticati all'anno a 4mila non riesce a scendere ulteriormente.
Non ci sono dubbi, per Benedetto XVI la via per contrastare l'Aids è vivere casti e fedeli. «Le statistiche - ha dichiarato il Papa - relative a diverse regioni dell'Africa confermano i risultati delle politiche basate sulla continenza, la promozione della fedeltà nel matrimonio e l'importanza della vita familiare». E mentre il Pontefice spinge all'astinenza c'è chi punta sul profilattico. E lo fa con un enorme preservativo di quasi 70 metri. Ieri, infatti, nella capitale argentina è stato posizionato sull'obelisco presente in una delle arterie principali della città. Una forma di prevenzione con cui è d'accordo Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani quanto mai lontano dalle idee del Papa. Uno scontro ideologico che non tange gli «addetti ai lavori» che proseguono nel tentativo di trovare un antidoto contro l'Hiv. Una ricerca sulla quale confidano in molti. A cominciare dal ministro della Salute Francesco Storace che ha annunciato il rifinanziamento dello studio, ormai giunto alla fine della fase uno, condotto dalla dottoressa Barbara Ensoli dell'Istituto superiore di sanità. Un sostegno che non sarà l'unico: il ministero degli Esteri elargirà per la parte di sperimentazione prevista ben 28milioni di euro. Un'iniezione d'energia cui non poteva plaudere il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Enrico Garaci. «Non potevamo celebrare in modo migliore - dichiara - la Giornata internazionale dedicata alla lotta dell'Aids che con la decisione del ministro Storace d'affidare al nostro Istituto un finanziamento di 21 milioni di euro in tre anni per la sperimentazione di fase due del vaccino messo a punto dall'équipe di ricercatori coordinati dalla dottoressa Ensoli che potrebbe essere pronto per il 2013-14». «Questa decisione del ministro - aggiunge Garaci - premia gli sforzi compiuti in tanti anni da un gruppo di ricercatori che ha mostrato di competere con i più prestigiosi laboratori di ricerca in campo mondiale. Si tratta di un riconoscimento concreto alla ricerca italiana». Una ricerca che ha portato alla sicurezza e alla immunogenicità del vaccino anti-aids. La soddisfazione di Garaci per il riconoscimento economico da parte di Storace dello studio di Barbara Ensoli, che per due-tre anni proseguirà contemporaneamente in Italia e in Africa, ieri è raddoppiata quand'ha saputo, sempre dal ministro della Salute, che il ministero degli Esteri s'appresta a finanziare la sperimentazione di fase II in Africa in modo di trasferire tecnologie avanzate ai Paesi del Terzo mondo. «È un'ulteriore dimostrazione dell'impegno del governo - sottolinea il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità - e della ricerca italiana nei confronti del sud del mondo». Garaci non riconosce al governo solo la volontà di sostenere la lotta all'Aids nei Paesi in via di sviluppo ma anche un impegno come garante. «Il sostegno finanziario del governo - precisa il presidente dell'Istituto superiore di sanità - fornisce la massima garanzia della gestione pubblica dello sviluppo del vaccino a scopo umanitario».
Non condivide l'entusiasmo di Garaci l'immunologo Ferdinando Aiuti che chiede test gratuiti per tutti i cittadini e critica (non è la prima volta) i test di sperimentazione del vaccino perché sarebbero stati compiuti e non poche irregolarità. Tanto che l'antidoto non potrebbe avere il nulla osta per essere sottoposto ai test di fase Due. Le dichiarazioni di Aiuti non sono piaciute a Storace che lo ha invitato a porre fine alle polemiche. Polemiche che lasciano l'amaro in bocca quando nella diciottesima edizione della Giornata mondiale contro l'Aids si contano 40 milioni di persone contagiate nel mondo. E che in Italia vede ogni due ore infettarsi una persona.

Una su due poi scopre d'essere stata contagiata soltanto quando la malattia è conclamata.

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